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Repubblica-Milano-La ribellione dei ricercatori

Mascherati da panda hanno occupato simbolicamente il rettorato della Statale: "Ci vogliono precari a vita" La ribellione dei ricercatori "Se non cambierà la legge bloccheremo le univ...

28/09/2005
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la Repubblica

Mascherati da panda hanno occupato simbolicamente il rettorato della Statale: "Ci vogliono precari a vita"
La ribellione dei ricercatori
"Se non cambierà la legge bloccheremo le università"
Hanno chiesto un rinvio preventivo dei corsi "per dare un messaggio forte" ma per ora la domanda è stata respinta
TERESA MONESTIROLI


A pochi giorni dall'inizio delle lezioni, gli atenei statali rischiano il blocco totale. I ricercatori, infatti, minacciano una dura battaglia che potrebbe far saltare l'inizio dell'anno accademico. Già ieri, travestiti da panda, simbolo della protesta, hanno occupato simbolicamente il rettorato della Statale.
Tutto si deciderà nelle prossime ore quando in Senato verrà votato il disegno di legge di riforma della stato giuridico dei docenti universitari, criticato pesantemente da gran parte nel mondo accademico, compresa la Conferenza dei rettori (Crui). Il testo di legge, dopo l'approvazione dello scorso giugno, giaceva tranquillo nelle mani della Commissione istruzione del Senato in attesa di un parere dalla Commissione bilancio quando, a sorpresa, la settimana scorsa il governo l'ha riportato in aula, per la votazione finale "ignorando - lamentano i ricercatori - i 700 emendamenti presentati da maggioranza e opposizione". Ieri, il disegno di legge è arrivato a Palazzo Madama con un solo maxiemendamento - di cui nessuno conosce nei dettagli il contenuto - "che dicono tener conto di una parte delle critiche della Crui - spiega Stefano Simonetta, ricercatore in Statale - . Ma viste le continue sorprese di questo governo finché non vediamo la legge che verrà votata non stiamo tranquilli". Anzi, sono già pronti a bloccare tutto. Già ieri, nell'incontro con il rettore della Statale Enrico Decleva, hanno chiesto un rinvio dell'inizio delle lezioni preventivo, "per dare un messaggio forte al governo". Richiesta al momento respinta.
Tutto dipende dalle modifiche che verranno fatte alla legge originale, se ce ne saranno: se il Senato dovesse approvare lo stesso testo passato alla Camera che cancella la figura del ricercatore a tempo indeterminato aumentando così la precarietà della carriera universitaria, professori, ricercatori e studenti sono pronti ad andare allo scontro, fermando tutte le attività. Se invece dovesse passare un testo che tiene conto del maxiemendamento, allora se ne discuterà di nuovo. Su questo emendamento però non ci sono notizie certe. Si parla, ha spiegato il rettore Decleva ai ricercatori, di una finestra di otto anni durante i quali le università potranno scegliere se assumere i ricercatori a tempo determinato o indeterminato.
Ma fra i ricercatori la tensione è altissima. Parlano di "golpe", di "colpo di mano" del governo per "portare a casa velocemente una legge che non piace a nessuno". "Non è possibile - dice Piero Macchi, ricercatore di chimica - che al Senato si stia discutendo di una questione così importante senza che nessuno sappia quale emendamento viene presentato. È drammatico che abbiano scavalcato la commissione per portare direttamente in aula la discussione". Tutti stanno affilando le armi. E oggi una delegazione di ricercatori sarà alla manifestazione nazionale a Roma, di fronte al Senato.


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