Repubblica/Milano: La preside: "Per noi 15 giorni d´inferno"
problemi: Impossibile uscirne se non cambiano le regole Troppe le richieste di trasferimento
"Ci impegneremo anche al sabato e fuori dall´orario"
Francesca Lavizzari, lei è uno dei presidi che la prossima settimana dovrà nominare i supplenti annuali. Mancano 5.500 professori, ce la farete entro l´inizio delle lezioni?
«Spero di sì, ma sarà un tour de force. Abbiamo meno di quindici giorni, lavoreremo anche di sabato. E non ci pagano neanche».
Quante nomine al giorno riuscite a fare?
«Dipende. Non tutti si presentano alla chiamata e non tutti accettano. Ci sono giorni in cui tiriamo anche fino a mezzanotte».
Il nuovo metodo di decentralizzare le nomine alle scuole-polo funziona?
«È l´unico modo per concludere le operazioni in tempo. A Milano i numeri sono enormi e il provveditorato non riesce a coprire tutti i posti liberi entro luglio. Certo, se facessero tutto gli uffici di via Ripamonti sarebbe meglio, ma le scuole-polo funzionano. È un metodo ideato dal provveditore Zenga, che è stato copiato da altre province».
Ogni anno il problema delle nomine si ripete. Non si risolverà mai?
«Finché non si rivede il regolamento, no. Oggi c´è troppa mobilità: professori che prendono il posto fisso in una scuola e chiedono immediatamente il part time, docenti che dopo un anno vogliono il trasferimento oppure si fanno assegnare provvisoriamente altrove. Il problema delle supplenze è soprattutto quello del turn over. Per non parlare del sistema di reclutamento: quello attuale non garantisce affatto la preparazione dei docenti».
La caccia ai supplenti si trascina anche durante l´anno.
«Certo. Le malattie e le gravidanze vengono gestite dai presidi che ogni volta devono chiamare direttamente i docenti dalle graduatorie di istituto dove c´è gente che ha scelto Milano come ultima opzione, docenti che già lavorano o che hanno cambiato mestiere. Un caos».
(t. m.)