Repubblica-Milano-Il prefetto boccia la scuola araba
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I NUMERI
110
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Dopo il no del direttore regionale Dutto, Comune e provveditorato faranno controlli su via Ventura
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Il prefetto boccia la scuola araba
"Corsi legali solo se i ragazzi frequentano già istituti italiani"
La difesa "Vogliamo soltanto aiutare i bambini per gli esami"
TERESA MONESTIROLI
I corsi di sostegno di via Ventura sono legali solo se i bambini, al mattino, frequentano una scuola statale italiana. Altrimenti non si può parlare di doposcuola. A mettere in dubbio la legittimità delle lezioni di italiano e arabo pomeridiane organizzate dall'associazione Insieme per aiutare gli alunni della ex via Quaranta a sostenere gli esami di idoneità, è il prefetto Gian Valerio Lombardi. Dopo il no del direttore scolastico regionale Mario Dutto - a Natale, in una lettera al console, aveva dichiarato che l'istruzione paterna organizzata non è contemplata nel nostro ordinamento scolastico -, ora arriva un altro parere contrario, quello del prefetto che ieri, in un incontro con il console d'Egitto Sherine Maher, ha ricordato che "in mancanza di convenzioni bilaterali tra nazioni (e tra l'Italia e l'Egitto non ci sono, ndr.), gli stranieri devono seguire le regole del paese ospitante. In Italia esiste una norma sull'obbligo scolastico che deve essere rispettata da tutti, anche dai cittadini non italiani. Bisogna quindi accertarsi che i bambini che frequentano questi corsi siano regolarmente iscritti a una scuola. Il Comune e il provveditorato hanno già fatto partire i controlli".
"Siamo pronti a mostrare tutti i documenti, a dare i nomi di tutti gli iscritti - risponde Agostino Musella, portavoce dell'associazione Insieme che dal primo giorno invita le autorità a fare un'ispezione in via Ventura per verificare quello che viene insegnato -. Non abbiamo niente da nascondere. I nostri sono dei corsi di sostegno per i bambini che hanno scelto l'istruzione paterna. Non ci vogliamo sostituire alla scuola italiana ma solo venire incontro a studenti che da soli farebbero fatica a superare gli esami". In tutto, gli allievi, sono una cinquantina - ieri hanno iniziato anche gli otto delle medie che vengono seguiti dall'associazione Risvegli. Bambini di varie età che seguono lezioni pomeridiane di lingua e cultura araba e italiana. Cinque ore al giorno, cinque giorni a settimana. In classi miste. "Quella è istruzione paterna organizzata - aveva denunciato l'assessore all'Infanzia Bruno Simini - una forma di educazione che non fa parte della nostra cultura". È d'accordo anche il prefetto che aggiunge: "L'istruzione paterna è ammessa solo in casi del tutto eccezionali, quando un bambino non è in condizione di frequentare una scuola normale, non quando non vuole. Nel momento in cui uno straniero viene ammesso nel nostro territorio ha gli stessi diritti e doveri dei cittadini italiani. Dobbiamo vigilare affinché le regole vengano rispettate".
Ma l'associazione Insieme, facendosi scudo con circolari ministeriali che dimostrerebbero che l'attività di via Ventura è del tutto legale, non molla. E, in una lettera al provveditore Antonio Zenga, chiede un incontro con le istituzioni "per trovare una soluzione condivisa nella legalità". Anche il console Maher ha dato la sua disponibilità a collaborare con le autorità italiane per "far sì che la scuola di via Ventura rispetti la legge italiana".