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Repubblica-Milano-IL DISIMPEGNO DEL PUBBLICO E LE MAMME ADDESTRATE PER FARE LE MAESTRE

IL DISIMPEGNO DEL PUBBLICO E LE MAMME ADDESTRATE PER FARE LE MAESTRE Asili gemellati, associati, con criteri zonali, amicali, plurintenzionali. Sostanzialmente il bimbo lo palleggian...

08/08/2004
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la Repubblica

IL DISIMPEGNO DEL PUBBLICO E LE MAMME ADDESTRATE PER FARE LE MAESTRE
Asili gemellati, associati, con criteri zonali, amicali, plurintenzionali. Sostanzialmente il bimbo lo palleggiano come vogliono, e le mamme si cercano un lavoro. Oppure facendo le "mami", lo trovano. E con i soldi pubblici del Fondo Sociale Europeo, della Regione Lombardia, del Comune e con i formatori di una azienda che si chiama Four Stars, celebre nel mondo per aver formato in questi ultimi secoli, sempre per conto della Regione Lombardia, tutti gli studenti delle obsolete magistrali, licei, università, accademie, e quant'altro, il problema della carenza di posti negli asili pubblici dovrebbe essere risolto. Bisognerà accertare la validità delle persone, dei luoghi, degli ambienti, l'igiene, l'equilibrio psicologico, la capacità di facilitare la socializzazione, e tanti altri delicati aspetti che richiedono professionalità vera e controllo.
Niente paura: ci pensano la Regione Lombardia e il Comune. Quelli che il progetto naturalmente lo sponsorizzano. Circolano i soldi ma verso privati "a quattro stelle", gli asili pubblici vadano in malora, tanto quelli privati chi ha i soldi li può pagare. Gli altri si gioveranno di ragazze con non meno di diciott'anni, il cui requisito scolastico è "solo preferenziale" ( così dice il bando).
Ma, d'altra parte: se siete anziani, soli, e di sera volete andare in centro, c'è un bus gratuito. Se accaldati, ci sono i supermercati. I tickets sui farmaci i malati cronici non li pagano più alla Regione, ma li pagheranno in qualche altra forma, si dice allo Stato. Tutto mentre negli ospedali pubblici manca spesso l'essenziale. Strano mondo ci stanno addobbando, pieno di pietosa apparenza, di provvedimenti stucchevoli, quasi simpatici come battute di spirito, che sarebbero tragici se confrontati ai problemi. Che invece non sono tragici perché la tragedia, come genere, non esiste più. Viviamo in un mondo soft, virtualeggiante, indifferente, disattento. Un poco ignorante, ma quanto è noioso e presuntuoso lamentarsene.
FRANCO LA SPINA


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