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Repubblica/Milano: I prof e il disagio degli studenti "Serve una città universitaria"

IL BLOG

08/10/2006
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la Repubblica

fontanesi Mancano spazi, le biblioteche hanno orari ridotti ma questo resta un ateneo sopra la media, sono certo che miglioreremo
pasini Il problema è anche economico: con una borsa di dottorato da 1500 euro uno straniero non ce la fa a vivere qui
monestiroli Milano è ostile verso i ragazzi: la difficoltà di ospitarli è enorme e gli alloggi per loro non sono mai stati costruiti
Gli atenei milanesi tra eccellenza e rischio declino: gli iscritti non italiani sono solo 4000, servono altre case
Alla Bicocca pronto un edificio di 13 piani con 210 letti, mensa, mediateca, palestra: "Ma è una goccia nel mare"
FABIO ZANCHI

Gli atenei milanesi tra eccellenza e rischio declino

Il tema dell´ostilità più o meno dichiarata, che unisce città e atenei nel maltrattamento della risorsa principe, cioè i giovani, mette molto di malumore il corpo accademico. Ma qualcuno disposto a ragionare su questa apparente Santa Alleanza c´è. Uno di questi è Antonio Monestiroli, preside di Architettura civile alla Bovisa. Dieci anni fa Monestiroli, insieme con altri, realizzò il progetto Bovisa, un polo universitario capace di dialogare con la fetta di città che lo ospitava. Progetto tanto più interessante in quanto riuscì a cambiare radicalmente il quartiere, destinato altrimenti a scivolare per la china della dismissione postindustriale, destino nero perché senza futuro. Oggi è Monestiroli ad ammettere: «Sì, la città è inospitale e ostile agli studenti. E lo è perché ormai la difficoltà di ospitarli è grandissima».
Un altro che non si nasconde dietro un dito è Nicola Pasini, giovane e battagliero docente di Sistemi politici e amministrativi e di governo locale a Scienze politiche in Statale. «La città ha grandi responsabilità - dice -. Quanto all´università invito a riflettere sul fatto che, mentre altrove gli studenti si spostano da Manchester al Kent e viceversa, qui da noi non c´è nessuno che da Milano va a Cosenza. L´eccellenza dell´istruzione superiore e universitaria ancora si salva».
Un´altra voce autorevole è quella di Marcello Fontanesi, rettore alla Bicocca: «La mancanza di attenzione per gli studenti, da parte della città, è innegabile. Il fatto è che Milano non è una città turistica, e questo pesa. Qui lo studente non è vissuto come attore. Anche l´università ha responsabilità proprie, pur essendo quella milanese decisamente sopra la media. Di sicuro gioca in negativo la scarsa offerta di formazione in lingua non italiana. E l´ospitalità diretta è scarsa, sia per gli studenti sia per i docenti. Nel resto del mondo ci sono molte più opportunità che da noi. Parlo soprattutto di spazi per socializzare, di biblioteche aperte per più tempo e via dicendo».
Pesa sull´università milanese un dato che non ammette repliche: sono solo 4000 gli studenti stranieri che si sono lasciati convincere a venire qui. Questa cifra, esigua, è una dichiarazione di fallimento del sistema "città universitaria" sbandierato con tanto orgoglio. L´accento critico di Monestiroli cade sul Comune: «Lei pensa che in tutte le aree dimesse delle quali si discute da decenni non si potessero costruire case per studenti? Intanto l´università non sta ferma. Proprio ora tre dipartimenti del Politecnico sono al lavoro su Bovisa: Pianificazione, Progettazione architettura e Tecnologia. Stanno facendo nuove proposte ma i tempi dipenderanno dall´amministrazione». Comune sotto accusa? «Se devo essere sincero non ho avuto riscontro neppure dagli operatori, né ho visto grande mobilitazione a sinistra. Oggi l´università vive un grande isolamento. Così è destinata a morire di asfissia».
Eppure ci sono punte di eccellenza riconosciute in tutto il mondo, come la ricerca biomedica del San Raffaele. Alla Statale, alla graduated school, i docenti dei quattro dottorati di ricerca sono obbligati a insegnare in inglese, c´è lo Ieo, Bocconi e Cattolica offrono alti livelli di studio. «Le domande dall´estero arrivano - racconta Pasini - ma chi passa il test ottiene una borsa di dottorato di 1500 euro: impossibile affrontare gli affitti di una città imperniata solo su moda e design. Il Comune dovrebbe considerare l´università come punto strategico. Alla London School ci sono campus, palestra, servizi di ogni tipo. In Inghilterra qualche anno fa era tutto gratis, ora si pagano tasse altissime. Ma i capaci, i meritevoli che non hanno mezzi vengono aiutati. Da noi i prestiti d´onore sono 700 su duecentomila studenti». Tasse alte, e poi? «Una pressione sul Comune per avere residenze, trasporti, cultura. L´università, anche da noi, deve vivere di notte. Ora a Milano non vuole venire nessuno a insegnare. A Harvard e alla London School c´è la coda. Ma là c´è anche un sindaco che ha capito che i giovani che studiano sono importanti, sono la nuova classe dirigente».
Perché allora non costruire una lobby delle università? Il rettore Fontanesi scuote la testa: «Già adesso ci considerano dei rompiscatole. Ma noi non ci limitiamo a chiedere. Per esempio, quando la Moratti era ministro, Statale, Politecnico e Bicocca hanno progettato tre edifici, costo 300 milioni di euro. Alla fine del 2005 arrivò il parere favorevole dell´Inail ad affittarli alle università a tassi convenienti. Ma la Finanziaria li ha bloccati». Vi arrendete? «No. A novembre inaugureremo tredici piani con 210 posti letto, palestra, mensa, mediateca. È una goccia nel mare ma sono ottimista: qui lavora gente che si impegna, produce e fa buona didattica. Alla fine ce la faremo».
(2. fine)
f. zanchirepubblica. it


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