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Repubblica-Milano-GLI STUDENTI A SCUOLA DI PRECARIETÀ

Pagina VI - Milano GLI STUDENTI A SCUOLA DI PRECARIETÀ Con La crisi economica le fam...

21/08/2004
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la Repubblica

Pagina VI - Milano
GLI STUDENTI A SCUOLA DI PRECARIETÀ


Con La crisi economica le famiglie hanno scoperto che la scuola è ormai una delle voci più pesanti del bilancio. Un figlio alle superiori, solo per i libri, arriva a costare circa settecento euro l'anno. Saltano i tetti massimi di spesa stabiliti dal ministero. Si scoprono dimensioni nuove, si inventano stratagemmi per fronteggiare problemi che si pensavano relegati agli anni del dopoguerra: per prendere i libri ai figli si deve ricorrere al pagamento a rate.
La sensazione di precarietà che affligge genitori e studenti va, purtroppo, ben oltre il dato economico. L'anno scolastico si apre, anche quest'anno, senza che sappiamo chi salirà in cattedra, per quanto tempo ci starà e cosa insegnerà. Questo risultato è destinato ad aggravarsi. La decisione del ministro Moratti di ricondurre tutte le cattedre a 18 ore di insegnamento - già adottata l'anno scorso per alcune cattedre - farà saltare del tutto la continuità didattica. I presidi più responsabili sono già tornati dalle vacanze per tentare di far quadrare gli orari dei propri istituti. Ma non sarà facile per nessuno. Soprattutto, nessuno riuscirà a evitare il trambusto di professori, costretti a ruotare di classe in classe. Ancora: l'anno si aprirà senza che si sappia come coprire le supplenze. Se si dovranno pagare i professori con i fondi di istituto, non si sa dove le scuole troveranno i soldi per pagare corsi di recupero, i corsi di sostegno e le altre iniziative formative. Alle famiglie e agli studenti che chiedono stabilità e certezza di indirizzi, la scuola risponde nel modo più vago e meno tranquillizzante. Le stesse famiglie hanno, purtroppo, una sola certezza, quella che ancora una volta toccherà a loro pagare di tasca propria per tenere in piedi un sistema traballante. La consapevolezza che in cattedra spesso siedono persone responsabili e di valore, che integrano con il proprio impegno personale un panorama sempre più sbrindellato è una magra consolazione. Che non riesce a cancellare l'apprensione per una scuola sempre meno all'altezza delle aspettative.
FABIO ZANCHI


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