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Repubblica-Milano-Dieci ore al giorno con i bimbi e siamo sempre più poche

L'INTERVISTA Francesca Acerbi: con tutte e due i genitori impegnati dal lavoro, le nostre responsabilità crescono "Dieci ore al giorno con i bimbi e siamo sempre più poche" ...

14/09/2005
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Francesca Acerbi: con tutte e due i genitori impegnati dal lavoro, le nostre responsabilità crescono
"Dieci ore al giorno con i bimbi e siamo sempre più poche"
i compiti Abbiamo bisogno di aiuto, perché l nostro lavoro è cambiato
i problemi Ci sono classi da 27 con bambini di due anni e mezzo e altri di sei anni
ANNALISA CAMORANI


Francesca Acerbi, educatrice alla materna Guarnieri e delegata Rsu del sindacato di base, il suo sindacato non è tra quelli che hanno proclamato l'agitazione, ma lei lavora da dieci anni nelle scuole materne. C'è così tanto disagio tra le educatrici?
"Molto. Quest'anno, ad esempio, hanno riaperto il primo settembre con una sorpresa: per assorbire le liste d'attesa le classi sono passate da 25 a 27 bambini. Questo succede in una situazione in cui il personale è insufficiente e troppo spesso precario".
Ventisette bambini per classe e quanti insegnanti?
"Due in alcuni momenti della giornata, in altri uno solo. Chi decide non calcola la responsabilità che ci cade addosso se un bambino, ad esempio, si fa male o in momenti delicati come quello dell'uscita da scuola, quando dobbiamo vigilare che a prendere il piccolo ci sia un genitore o una persona che, effettivamente, è stata delegata dalla famiglia".
Altre sorprese al rientro dalle vacanze?
"I morattini".
Scusi?
"I morattini, i figli della riforma Moratti. Noi chiamiamo così i piccoli che, per effetto della nuova legge, possono essere iscritti alle materne a due anni e mezzo. A Milano sono già aperte le iscrizioni e nella mia, come in altre scuole, ci sono già i primi casi. Questo significa che in una stessa classe, con tutti i problemi di organico di cui ho già detto, ci sono bambini da due anni e mezzo fino a 6 anni. Non bisogna essere esperti per capire che hanno esigenze davvero diverse".
A Milano quali caratteristiche deve avere un'educatrice?
"In una città come questa dove entrambi i genitori sono fuori casa per molte ore al giorno, chi fa il mio lavoro ha un vero ruolo educativo. Ci sono mamme che ci portano i propri figli la mattina alle 7.30 e tornano a prenderli alle 18. Questo significa che noi dobbiamo dare ai bambini cure, attenzioni e dobbiamo seguirli mentre imparano a stare con gli altri. Non è facile, è un incarico di responsabilità, un lavoro che si fa per passione e non certo per vanità, o per i mille euro al mese che il Comune ci corrisponde per 35 ore di lavoro settimanale".
Nelle scuole milanesi ci sono anche molti stranieri.
"Infatti questa è la seconda caratteristica del nostro lavoro in una città come Milano. Questo comporta un'ulteriore difficoltà, anche perché questi bambini appartengono a etnie diverse: molti arrivano da famiglie del Perù, dei Paesi dell'Est o del Nord Africa. Alle spalle hanno lingue e culture eterogenee. E così anche i loro genitori provano nei confronti della scuola italiana paure diverse, a seconda della propria esperienza".
Le classi a 27, i "morattini"... A sentire lei tutte novità che vi piovono in testa senza che nessuno vi chieda un parere preventivo. È così?
"È così, ma non è l'unico problema. Si stanno tagliando sempre più risorse al settore dell'infanzia. E in una città come Milano non si può ragionare così. Da troppo tempo la scuola va avanti solo grazie al nostro buon cuore, è ora di cambiare".


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