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Repubblica/Milano: Corsi obbligatori per stranieri nelle scuole

Lanciato un appello anche a non concentrare troppi immigrati nella stessa scuola

29/03/2007
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la Repubblica

Li chiedono 58 professori per i bambini appena arrivati
TERESA MONESTIROLI

Chiedono regole per distribuire in maniera più equilibrata gli stranieri nelle scuole del quartiere. Classi con un numero inferiore di alunni negli istituti a forte processo migratorio. Maggiori risorse e più docenti che lavorino sui progetti di integrazione. Soprattutto, corsi di italiano obbligatori per i neoarrivati e il riconoscimento delle lezioni di italiano come seconda lingua anche nella valutazione di fine anno. I docenti che nelle scuole seguono esclusivamente gli studenti extracomunitari stilano il loro decalogo per una scuola «interculturale». Un appello che il provveditore raccoglie: «Le osservazioni presentate sono condivisibili - spiega Antonio Zenga - ma devono essere accompagnate da un sostegno finanziario e da maggior risorse umane. Mi farò portavoce delle richieste delle scuole verso il ministero». E sulla questione della distribuzione degli stranieri - punto spinoso su cui le scuole hanno iniziato a muoversi in autonomia - aggiunge: «È un problema sentito in molti istituti della città. Stiamo riflettendo sull´ipotesi di invitare le scuole a dividersi in maniera più equa gli alunni non italiani, ma è una questione delicata perché tocca la libertà di scelta delle famiglie».
Le osservazioni e le proposte dei professori sono raccolte in un documento dell´ufficio scolastico provinciale, sintesi di un incontro che si è tenuto un paio di mesi fa a Milano. Invitati al dibattito i 94 docenti distaccati sui progetti di integrazione. A tutti è stato distribuito un questionario, hanno risposto in 58. «Abbiamo deciso di fare un´indagine fra le scuole per capire il tipo di attività che vengono svolte - spiega Rosi Spadaro, responsabile dell´area stranieri in provveditorato - per individuare la direzione in cui muoversi in futuro. Abbiamo raccolto i suggerimenti degli insegnanti che ogni giorno lavorano sul campo perché sono l´osservatorio migliore».
Fra le considerazioni dei professori c´è la «necessità di maggiori risorse e competenze per realizzare una scuola interculturale» in un territorio «interessato da un forte flusso migratorio». Ma anche la richiesta di «regole per la distribuzione degli alunni stranieri su tutte le scuole» perché la concentrazione di troppi extracomunitari in quegli istituti che hanno una lunga tradizione di accoglienza rischia di «compromettere la qualità degli interventi di integrazione», oltre a generare preoccupazione nelle famiglie italiane che, talvolta, mandano i proprio figli in istituti più lontani da casa ma con una percentuale inferiore di stranieri. Un fenomeno questo che inizia a preoccupare molti dirigenti scolastici perché una scuola con solo extracomunitari «non aiuta neanche gli stranieri». Fra le richieste degli insegnanti c´è anche «la legittimazione dell´apprendimento dell´italiano e il riconoscimento di crediti per la lingua d´origine come lingua straniera». Infine viene chiesto di «fare pressione sul Comune» per avere mediatori culturali gratis che vadano a tamponare i buchi lasciati dai tagli del governo degli ultimi anni. «Nella mia scuola - precisa Francesco Cappelli, dirigente della Casa del Sole - ho il 50 per cento di stranieri con un solo facilitatore. Fino a 5 anni fa, con una percentuale che non superava il 20 ne avevo 5. Inoltre, ogni anno accogliamo più di 100 alunni in corso d´anno di cui un terzo alle elementari e due terzi alle medie, arrivati in Italia con i ricongiungimenti familiari. Al problema della lingua si aggiunge, soprattutto alle medie, l´inserimento in una realtà completamente nuova anche dal punto di vista affettivo».


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