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Repubblica-Milano-Corsi di formazione in crisi Licenziati gli insegnanti

I NUMERI Sono dipendenti dell'Enfap che con la liberalizzazione si è vista dimezzare i finanziamenti dalla Regione. E le lezioni non partono Corsi di formazione in crisi Licenziati g...

04/11/2004
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la Repubblica

I NUMERI
Sono dipendenti dell'Enfap che con la liberalizzazione si è vista dimezzare i finanziamenti dalla Regione. E le lezioni non partono
Corsi di formazione in crisi Licenziati gli insegnanti
Bloccate in molti casi le ore di studio previste per chi vuole diventare elettricista, panettiere o idraulico
La Cgil: sono troppi gli enti accreditati e a rischio c'è anche la qualità dei programmi proposti
ALESSIA GALLIONE


C'è la loro storia personale. Quella di 13 persone "con i capelli bianchi", come si definiscono amaramente. Che dopo anni di lavoro hanno ricevuto una lettera di licenziamento: "Siete in esubero, ci hanno detto". E poi ci sono i ragazzi, i disoccupati e tutte le persone che, quest'anno, avrebbero dovuto seguire un corso e che continuano a telefonare per sapere se mai ci sarà un'aula o un orario da seguire. Di informatica o di lingua, per diventare guida turistica o panettiere pasticciere. Corsi che sarebbero dovuti partire a settembre e che non sono ancora iniziati. Due storie che si intrecciano. Di chi dovrebbe insegnare e di chi vuole imparare. Solo due casi all'interno del mondo della formazione professionale in Lombardia: tra rivoluzioni e disagi.
La denuncia arriva da tredici dipendenti tra insegnanti e personale amministrativo e ausiliare: "Tutti assunti, tutti con una esperienza di anni alle spalle. Tutti dai 42 ai 58 anni", racconta Antonio Rizzi, uno dei formatori. Lui ha 46 anni e, per quindici anni ha insegnato informatica per l'Enfap, uno degli enti storici della formazione, con sedi in tutta Italia e, fino al 2003, con due sedi a Milano e oltre 1.500 persone alle quali insegnare ogni anno un mestiere. "Fino al 2003 - continua Rizzi - quando, dopo il passaggio da un regime di convenzione con gli enti storici all'assegnazione dei corsi attraverso gare di appalto, l'Enfap ha perso il 50 per cento dei finanziamenti della Regione, passando da oltre 6 miliardi a 3 miliardi. Hanno iniziato a chiudere una sede, poi a ridurre lo spazio occupato nell'altra, poi a trasferirsi in uno spazio più piccolo. Fino a giugno di quest'anno quando siamo stati licenziati". Sulla strada, a quaranta o cinquant'anni. Con poche speranze di trovare un altro impiego. "Eppure il nostro contratto prevede che la Regione ci ricollochi - protesta l'insegnante - . Anche se, dopo un anno di impegni, siamo ancora qua. Solo la Provincia si è occupata di quattro di noi, trovando altre occupazioni con contratto di 6 mesi. Ma a quaranta o cinquant'anni e con famiglie, affitti e mutui da mantenere non sono tante le vie di uscita".
Ma a vivere i disagi sarebbero anche le persone che si erano iscritte a quei corsi, soprattutto a quelli di durata annuale. Che non sono ancora partiti perché aspettano il via libera del Pirellone. Tanti. Decine e decine, accusa la Cgil: "A rimetterci di più - raccontano dal settore scuola e formazione del sindacato - sono quei corsi frequentati da chi, poi, deve trovare un lavoro. Corsi di tutti i tipi, da quelli da idraulico e quelli da orafo, da elettricista a panettiere: sono quasi 200 e la Regione deve ancora pubblicare una graduatoria che autorizzi l'inizio ufficiale. E così c'è il paradosso di gente che ha fatto il primo anno e aspetta ancora di frequentare il secondo". Un problema più vasto, quello legato al sistema dell'accreditamento. Che coinvolge migliaia di persone in tutta la Lombardia. "Una giungla - accusa Wolfango Pirelli, segretario regionale della Cgil scuola - in cui, dopo il proliferare di una miriade di società e enti, a essere a rischio è anche la qualità dell'offerta. Senza contare che la Regione, nei primi 4 anni, ha speso l'80 per cento dei 3.000 miliardi di lire che aveva a disposizione grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo". Ancora la Cgil: "Prima esistevano enti storici come l'Enap che ricevevano un finanziamento fisso: un centinaio di soggetti. Da quando c'è il sistema dei bandi sono oltre 1.200 gli accreditati e i problemi sono anche degli utenti. La Regione, poi, rispetto alla legge nazionale, per la nuova formula dell'obbligo formativo stabilito dalla riforma Moratti, ha un sistema di accreditamento meno selettivo, a maglie troppo larghe".


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