Repubblica/Milano: Buco di 100 milioni per i supplenti
Il debito del governo con le scuole lombarde. I presidi: non firmiamo i bilanci
Il debito del governo con le scuole lombarde. I presidi: non firmiamo i bilanci |
Per gessetti, carta igienica, fotocopie e telefono si stima un ammanco di altri 50 milioni I dirigenti chiedono aiuto alle famiglie |
FRANCO VANNI |
Oltre cento milioni. Centosette, per la precisione. A tanto ammonta il debito del ministero dell´Istruzione con le scuole Lombarde per il pagamento delle supplenze. Soldi messi a bilancio, dal 2006 a oggi, ma mai trasferiti agli istituti. Un´anomalia finanziaria che ha messo in ginocchio le scuole, costrette a usare i residui di cassa degli anni passati (quando ci sono), o a chiedere soldi alle famiglie, per pagare gli insegnanti che sostituiscono i colleghi assenti. Ma anche per acquistare la carta igienica e quella per le fotocopie, le bollette telefoniche e i gessetti. Ora i presidi si preparano al gesto estremo: non firmare più i bilanci.
Il buco, certificato dallo stesso ministero, è molto più profondo rispetto alle più pessimistiche stime sindacali, quelle che il ministro Gelmini aveva definito «sicuramente esagerate». E il debito per il pagamento delle supplenze, rilevato dalla Direzione scolastica regionale fra tutte le 5.264 scuole lombarde, è solo la punta dell´iceberg: «Dal 2006 il ministero non versa un euro nemmeno per pagare gli esami di Stato, le bollette e il materiale didattico - dice Corrado Barachetti, segretario regionale di Cgil Scuola - sono almeno altri 50 milioni fantasma che si sommano ai 107, e temo che la stima sia in difetto». Sulla questione i sindacati preparano la mobilitazione unitaria: picchetti e manifestazioni continue di fronte alle istituzioni scolastiche, a partire dal mese prossimo, per chiedere che si faccia qualcosa. «È una vera emergenza - dice Rita Frigerio, responsabile regionale di Cisl Scuola - il governo deve tirare fuori i soldi subito, le scuole sono alla paralisi». La possibilità che sia il governo a saldare sono remote. Mariastella Gelmini, il ministro dell´Istruzione, ha più volte invitato i presidi «a farsi bastare i soldi che hanno». Cioè niente. Il mese scorso, Cgil, Cisl e Uil hanno provato a chiedere alla Regione i soldi che mancano: tanti incontri ma nessun risultato. E intanto le casse degli istituti stanno sempre peggio. Trecento dirigenti scolastici lombardi hanno scritto al ministro per "autodenunciarsi" di falso in bilancio. «Negli ultimi tre anni - spiega Laura Barbirato, preside alle elementari Marie Curie in via Guicciardi - abbiamo iscritto nel piano annuale somme mai riscosse, solo per nascondere la bancarotta». La sua scuola ha un credito di 175mila euro con Roma e neanche un euro in cassa. Oggi la preside, con una circolare, chiederà alle famiglie di portare da casa la carta igienica. Alla scuola di via Vespri Siciliani, altra elementare, la dirigente ha invitato le famiglie a versare 20 euro a testa per cercare di fare tornare i conti. Ma è dura: il debito del ministero è di 140mila euro e in cassa non c´è nulla. «Non possiamo più fare supplenze - dice la preside Anna Sandi - in caso di assenze dobbiamo smistare i bambini in altre classi». Alle medie Paolo Sarpi di Settimo Milanese i genitori sono arrivati a manifestare in piazza: come in molte altre scuole lombarde, i supplenti lavorano ma non vengono pagati da mesi. |