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Repubblica-Meno ore di lezione, prof ridotti per cominciare si taglia tutto

LA RIFORMA MORATTI Meno ore di lezione, prof ridotti per cominciare si taglia tutto Le nuove regole si applicano da settembre: i fondi per l'informatica non ci sono, calano le ore d'ingle...

29/02/2004
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la Repubblica

LA RIFORMA MORATTI
Meno ore di lezione, prof ridotti per cominciare si taglia tutto

Le nuove regole si applicano da settembre: i fondi per l'informatica non ci sono, calano le ore d'inglese, a rischio 17mila docenti di tecnica
La Finanziaria 2003 ha stanziato solo 100 milioni di euro, il premier aveva promesso due anni fa per l'avvio ben 8 miliardi di euro
MARIO REGGIO

ROMA - Vinta la corsa contro il tempo, il primo decreto attuativo della riforma Moratti arranca tra ritardi e contestazioni. Le nuove regole per le elementari e il primo anno della scuola media entreranno in vigore dal 1 settembre del 2004, ma non è detto che tutto fili liscio. Intanto i soldi. La finanziaria 2003 ha stanziato la misera somma di 100 milioni di euro, ben poca cosa rispetto agli otto miliardi annunciati due anni fa dal presidente del Consiglio. Poi ci sono le Regioni a cui il decreto non va giù. In testa a tutte l'Emilia-Romagna che, dopo l'assenso della Corte Costituzionale al ricorso sull'autonomia scolastica, ha deciso di andare avanti per la sua strada ignorando la riforma Moratti.
E se è vero che le riforma non si fanno a costo zero, questa viene tentata tagliando le spese ovunque è possibile. Sono diminuite le risorse per la scuola pubblica e sono cresciute quelle per le scuole private, anche se la Conferenza Episcopale chiede che la cambiale firmata dal governo Berlusconi in campagna elettorale venga onorata. A proposito di slogan, le tanto sbandierate tre "I": inglese, informatica, impresa, si stanno rivelando un bluff. I fondi per l'informatica per le scuole sono diminuiti, le ore d'inglese nelle scuole medie anche. E all'orizzonte si delinea un dramma per i 17mila professori di istruzione tecnica delle medie inferiori: le tre ore settimanali sono state tagliate a una ed entro due anni per loro il licenziamento sarà probabile.
Altro pasticcio il tempo pieno. La soluzione finale, dopo le barricate tirate su da Regioni e Comuni, la soluzione è stata trovata in un'invenzione matematica. Il prossimo anno i bimbi che approderanno alla prima elementare potranno fare 27 ore di lezione a settimana, a cui si potranno aggiungere, a richiesta, tre di attività alternative e dieci di mensa. Alle proteste di migliaia di genitori che hanno invaso le piazze d'Italia, la Moratti si è affrettata a dire in tv che "il tempo pieno non si tocca" e il premier si è lanciato in un'affermazione pericolosa, "il tempo pieno deve essere esteso al 100 per cento dei bambini". Rassicurati dalle loro parole i genitori hanno seguito le indicazioni. Dai dati provvisori rilevati dalla Cgil, mentre le direzioni regionali si guardano bene dal comunicare i numeri delle preiscrizioni scadute lo scorso 31 gennaio, risulta che si è verificato un aumento generalizzato delle richieste di tempo pieno. In Lombardia passa dal 32 al 40 per cento, più 12 per cento in Piemonte, quasi come nel Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. A Reggio Emilia, città di lunga tradizione educativa, la percentuale è balzata dal 46 al 60 per cento. E per la prima volta in una regione del Sud, la Sicilia, li iscrizioni al tempo pieno sono cresciute del 20 per cento.
Un bel problema per il ministro Moratti: quanti nuovi maestri dovrà assumere, quanti soldi dovrà tirare fuori? E non avrà scappatoie perché la scuola dell'obbligo non ammette deroghe.


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