Repubblica: Maturità, giallo sui privatisti "Costretti a cambiare città"
Il Codacons: regole modificate da una circolare. Il ministero: allarme infondato
Esami nelle paritarie, settemila candidati nei guai
SALVO INTRAVAIA
ROMA - Maturità in bilico per gli oltre 7 mila privatisti che hanno scelto di sostenere gli esami nelle scuole paritarie. A denunciare la clamorosa novità, che a due giorni dallo scritto di Italiano mette in crisi soprattutto le scuole non statali, è il Codacons. Secondo l´associazione dei consumatori i problemi per i cosiddetti candidati esterni arrivano da una circolare ministeriale di qualche giorno fa secondo la quale i candidati privatisti non possono più fare gli esami nelle scuole paritarie e che «devono essere spostati, a 5 giorni dalle prove, ciascuno in una città diversa anche sulla base della loro residenza anagrafica».
I ragazzi secondo il Codacons avrebbero «saputo solo ora di questa decisione essendo stati tenuti all´oscuro dal ministero della Pubblica istruzione che non aveva loro comunicato nulla». Per questo hanno deciso di rivolgersi all´avvocato Carlo Rienzi che ha proposto un ricorso di urgenza al Consiglio di Stato. Quest´ultimo però deciderà solo il 19 giugno prossimo, ossia il giorno prima della prova di italiano. Se il 20 mattina nulla sarà cambiato - prosegue il Codancons - è prevedibile che «migliaia di ragazzi ignari si presenteranno nelle sedi degli esami della loro scuola e, se respinti, non potranno fare altro che tornarsene a casa e fare poi una azione di risarcimento danni contro Fioroni e i Direttori regionali scolastici».
La richiesta avanzata al ministero di viale Trastevere dal difensore dei ragazzi è quella di «ammettere i giovani con riserva alla prova nelle scuole dove sono iscritti da mesi, visto che nessun danno potrebbe derivare al ministero tenuto conto anche che da quest´anno ben quattro commissari su sette sono esterni e quindi bene attenti a giudicare tutti con imparzialità e rigore».
Secondo Enrico Panini, segretario generale della Flc Cgil «si tratta di un caso pompato artificialmente dalle scuole paritarie che avevano il tempo di avvertire quali erano i limiti stabiliti dalla legge di riforma dell´esame di Stato». Il perché è presto detto. Nell´apportare modifiche alla norma sugli esami di maturità, infatti, il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ha tenuto d´occhio i cosiddetti diplomifici. Per essere ammessi agli esami da esterno, da quest´anno, occorre dapprima sostenere un esame preliminare ed essere residente nello stesso comune ove è ubicata la scuola paritaria richiesta. Le scuole, dal canto loro, dovevano formare commissioni con massimo 35 candidati in cui i privatisti non superassero il 50 per cento degli interni. Ma probabilmente non tutti i limiti sono stati rispettati e per non essere esclusi dagli esami un certo numero di candidati si è rivolto al Tar. Il rischio è che alcuni di loro mercoledì prossimo (data della prova scritta di Italiano) possano non essere ammessi agli scritti e perdere l´anno.
Ma sulla questione dal ministero arrivano parole tranquillizzanti. La vice ministro, Mariangela Bastico, sostiene che «nessun esame è a rischio e che non sussiste nessun problema per la maturità dei privatisti». L´amministrazione, assicura la Bastico, «oltre ad avere già dato piena esecuzione alle ordinanze del Tar emesse sul caso specifico, sta operando d´intesa con le direzioni regionali perché vengano tutelati i diritti di tutti gli studenti a sostenere l´esame di stato, compresi i candidati privatisti». Ma che fine faranno coloro che non hanno presentato ricorso al Tar?