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Repubblica: Ma nel rapporto dell´Ocse la bocciatura è per la scuola

Le accuse: livelli di apprendimento fra i più bassi, costi eccessivi e troppi insegnanti

18/06/2009
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la Repubblica

MARIO REGGIO

L´Ocse boccia la scuola italiana. I livelli di apprendimento degli studenti sono tra i più bassi, troppi gli insegnanti, demotivati e mai valutati. Le strutture scolastiche sono vecchie e non dispongono di laboratori moderni. Anche la valutazione degli studenti lascia a desiderare. L´organismo internazionale traccia un quadro impietoso, e il ministro della Pubblica Istruzione sembra compiacersi. «Il rapporto dell´Ocse ci dà ragione. Molte delle osservazioni poste dai sindacati e dall´opposizione vengono smentite da questa indagine, andiamo avanti con le riforme», afferma Maria Stella Gelmini.
Per il momento le riforme hanno prodotto per lo più confusione: bocciati con il 5 in condotta, il mantenimento del tempo pieno ma con il maestro unico più un paio di aiutanti, la bocciatura alle medie inferiori con l´insufficienza in una sola materia. Il voto in condotta che fa media. Ma anche il taglio di 140 mila tra insegnanti e non docenti nei prossimi tre anni con un risparmio di 9 miliardi per le casse dello Stato. I bilanci delle scuole azzerati, con i presidi che chiedono soldi alle famiglie per comprare la carta igienica. Siamo alle solite: le riforme non si fanno a costo zero e il disastro annunciato dall´Ocse chiama in ballo anche i cinque anni della gestione Moratti e non solo del centrosinistra. Pretestuoso prendere ad esempio la scuola finlandese, prima nelle indagini dell´Ocse, perché lì i vari governi hanno investito miliardi di euro per una scuola moderna e attraente per gli studenti.
Gli insegnanti sono troppi? Una vecchia e nota storia: in Italia il rapporto è di 9,6 ogni 100 studenti, rispetto ai 6,5 dell´area Ocse. Ma c´è un particolare spesso ignorato: fuori d´Italia i docenti lavorano molte più ore a settimana e sono pagati quasi il doppio di quelli nostrani. La valutazione: tutti ne parlano, molti la invocano. Ma in pochi ricordano che è stata Letizia Moratti a smantellare l´Istituto nazionale di valutazione messo in piedi da Luigi Berlinguer. Lo stesso che provò (senza riuscirvi) ad annunciare un sistema di valutazione e di aumenti di stipendio per i docenti che s´impegnavano di più. La Gelmini prende spunto dall´Ocse per accelerare le riforme. «Il trionfalismo del ministro è del tutto fuori luogo e infondato - replica Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd - a meno che il suo disegno non sia l´indebolimento della scuola pubblica rispetto a quella privata». Drastico il commento di Mimmo Pantaleo, segretario della Cgil: «Come evidenzia l´Ocse la scelta di demolire la scuola pubblica si muove in direzione opposta alla crescita della qualità. Ma la Gelmini procede senza alcun confronto con i lavoratori e i genitori».


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