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Repubblica-Ma il sapere non si compra alla scuola supermarket

Ma il sapere non si compra alla scuola supermarket MARCO LODOLI Per annusare puzza di br...

20/05/2004
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la Repubblica

Ma il sapere non si compra alla scuola supermarket
MARCO LODOLI


Per annusare puzza di bruciato bastava osservare i tanti, troppi manifesti che in giro per la città pubblicizzano istituti dove, mettendo mano al portafoglio, la promozione è garantita. Manifesti immensi, costati fior di quattrini, primo esempio di una economia losca e fiorente. Oppure bastava fare due chiacchiere con qualche insegnante che ha trascorso almeno un anno in queste scuolette ricavate malamente in qualche appartamento. Prima di approdare alle scuole pubbliche, quasi tutti i professori romani sono passati sotto quelle forche caudine: per quattro sporchi denari, per sopravvivere, hanno dovuto obbedire a gestori untuosi e arroganti, filibustieri che blandiscono e minacciano, e che alla fine pretendono una sola cosa: che tutti gli allievi ottengano il loro sudicio diploma.
Bastava poco e invece si è aspettato anche troppo prima di andare e gettare un'occhiata in quei registri e in quelle segreterie. Lo scandalo non è solo il mercatino delle promozioni, che pure andava senz'altro fermato. La cosa più grave è che migliaia di ragazzi sono stati educati all'idea che pagando si ottiene tutto. Troppi giovani sono cresciuti nella convinzione che l'impegno non conti nulla, che la pazienza, il sacrificio, lo studio siano valori ridicoli.
Queste scuole, che spesso portano senza imbarazzo nomi di personaggi illustri, hanno contribuito pesantemente a corrompere l'anima di tantissimi adolescenti, li hanno portati a pensare che ogni problema si risolve con un assegno, che solo i soldi comandano nel mondo. E contemporaneamente hanno depresso tanti nuovi laureati, brave persone uscite dall'università piene di buone speranze e di sincero ottimismo. Costoro sognavano di trasmettere ai più giovani ciò che avevano studiato, si preparavano con cura le lezioni, magari le ripetevano camminando avanti e indietro nelle loro stanze: e poi si sono ritrovati in classi dove nessuno li segue, perché tanto alla fine passa papà a pagare.
Hanno dovuto inventare voti e giudizi, hanno cominciato a sospettare che non valeva la pena studiare tanto per diventare professori, e a poco a poco il gelo del cinismo ha raffreddato ogni passione. Insomma, queste scuole sono una vera vergogna, tollerata per troppo tempo, forse addirittura incoraggiata per dare comunque uno straccio di lavoro ai tanti laureati che a trenta o quarant'anni stanno ancora a zonzo. Ora è necessario andare fino in fondo, perché è vero che nella nostra società si può comprare quasi tutto, ma il sapere è un bene che deve rimanere fuori da ogni supermercato.


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