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Repubblica-Lotta all'evasione scolastica A Napoli 278 denunciati

L'operazione è l'ultima di una serie avviate dall'inizio dell'anno per contrastare un fenomeno esteso e spesso sottovalutato Lotta all'evasione scolastica A Napoli 278 denunciati di CRISTINA NADOT...

29/04/2005
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la Repubblica

L'operazione è l'ultima di una serie avviate dall'inizio dell'anno
per contrastare un fenomeno esteso e spesso sottovalutato
Lotta all'evasione scolastica A Napoli 278 denunciati
di CRISTINA NADOTTI

ROMA - Invece che a scuola vanno in cantiere, o, peggio ancora, per strada ad ingrossare le fila della criminalità organizzata. Oggi i carabinieri di Napoli hanno denunciato 278 genitori perché non hanno adempiuto all'obbligo di legge di mandare i figli a scuola. Uno dei ragazzini compreso nell'elenco dei figli dei denunciati è stato colto in flagranza di reato: lo hanno pizzicato per uno scippo, al mattino, nell'ora in cui tutti quelli della sua età dovrebbero essere a scuola. Dall'inizio dell'anno le denunce riportate dalla cronaca sono 596, solo la punta dell'iceberg di un fenomeno, quello dell'evasione scolastica, che ha ricadute sociali enormi.

Crotone, Foggia, Brindisi, Palermo, Bari, in queste città si sono concentrate le operazioni dei carabinieri da gennaio a oggi. Il Meridione, quando si tratta di record negativi, viene sempre notato, ma in questo caso i dati, osservati meglio, potrebbero rivelare anche un piccolo risvolto positivo. Portare alla superficie il fenomeno dell'evasione scolastica non è semplice, se in queste città ci sono stati più arresti non significa solo che il fenomeno è maggiore che in altre, ma che, proprio qui, si sta facendo qualcosa.

La procedura. Tutto deve partire dalla scuola, che però non va lasciata sola. I dirigenti scolastici devono fare le segnalazioni all'Ufficio scolastico provinciale, i comuni provvedono ad ammonire i genitori, se non si ottiene un risultato parte la denuncia. Le pene sono minime, dai 30 ai 20 euro di multa, ma non è con una sanzione economica che si convincono i genitori a vigilare che i figli vadano a scuola o a rinunciare ai proventi del lavoro minorile. Perché una denuncia della scuola abbia effetto ci vuole un lavoro coordinato e non sporadico.

Un esempio. Nei giorni scorsi un insegnate di sostegno di Copertino, in provincia di Lecce, è stato accusato di violenza sessuale aggravata e continuata su due alunne di età inferiore ai 14 anni. I carabinieri hanno scoperto tutto durante un controllo periodico nella scuola, per verificare con i docenti e la direzione la regolarità della frequenza ed eventuali casi di evasione scolastica. E' venuta alla luce una situazione di malessere, sono stati avviati altri accertamenti e il docente è stato inchiodato.

Lo sfondo. Chiariamo subito: il caso è emblematico di quanto sia importante la collaborazione tra più forze, non dei motivi per cui i ragazzini non vanno a scuola, che meritano uno studio approfondito del contesto sociale in cui vivono. Tra i genitori denunciati oggi a Napoli spiccano nomi noti dei clan camorristici, visto che l'operazione ha riguardato soprattutto il quartiere di Scampia. Insieme con i bambini che non vanno mai a scuola, per i quali si può quindi attuare la procedura di segnalazione, ce ne sono molti altri che frequentano molto saltuariamente: i loro casi non rientrano nell'evasione scolastica, ma la loro istruzione non è sufficiente. Soprattutto non bastano quei pochi giorni passati tra i banchi a realizzare una delle finalità maggiori della scuola dell'obbligo, l'inserimento nella società civile.

E' evidente che esiste un rapporto diretto tra evasione scolastica e disagio sociale, ma le cause del fenomeno non si riducono a questo. La società italiana sta cambiando e non sempre la scuola riesce a starle dietro. Nel Settentrione, a Milano in particolare, i casi di evasione scolastica sono spesso legati alle difficoltà di integrazione culturale. Lo scorso settembre, all'apertura delle scuole, circa 1100 famiglie non hanno risposto alla chiamata del Comune, la maggior parte sono coppie di immigrati.

I rimedi. L'Operazione di oggi a Napoli, chiamata "Pinocchio", nasce da un progetto del Comune, che ha stanziato forze e fondi per contrastare il fenomeno. In Puglia c'è stato un giro di vite, la Sicilia deve da sempre fare i conti con il fenomeno e cerca di attrezzarsi, anche parlando intorno a un tavolo del problema, come è stato fatto lo scorso gennaio nel seminario organizzato a Palermo sull'obbligo scolastico.

Indispensabile è non sottovalutare il fenomeno e soprattutto affrontarlo con una collaborazione tra più enti. La scuola in questo deve alzare la voce, ma è indicativo che il ministero dell'Istruzione non abbia dati specifici sull'evasione. Nei suoi rapporti annuali, con dati e cifre su tutti gli istituti italiani, si parla solo di dispersione. I due fenomeni sono collegati, ma è diverso operare sui genitori perché rispettino la legge, oppure attivarsi perché i ragazzi continuino la scuola anche quando non è più un obbligo.


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