FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3794713
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Lo sport non entra in classe

Repubblica-Lo sport non entra in classe

Le accuse dei docenti di Educazione fisica e degli studenti al ministro Moratti: "Disattese le direttive europee" Lo sport non entra in classe Campania fanalino di coda: su 10 istitut...

21/03/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Le accuse dei docenti di Educazione fisica e degli studenti al ministro Moratti: "Disattese le direttive europee"
Lo sport non entra in classe
Campania fanalino di coda: su 10 istituti solo 3 hanno la palestra
Una foto impietosa della provincia dove Benevento e Salerno sono le peggiori in termini di dotazione degli impianti
BIANCA DE FAZIO


Su dieci scuole, in Campania, solo tre sono dotate di palestra. Nelle altre sette l'educazione fisica si fa arrangiandosi nei corridoi, nell'androne, in classe. Spesso restando seduti tra i banchi, a dispetto dell'attività motoria. La pallavolo? Solo le regole. Il calcetto? Si studiano i ruoli, gli schieramenti in campo; ma solo sulla carta. L'atletica? Si corre ad ostacoli con la fantasia, si salta in alto con la teoria. Il ministero per la Pubblica istruzione ha condotto, su tutte le scuole del territorio italiano, un'indagine per verificare se e quali siano dotate di palestre ed impianti sportivi. Un monitoraggio che consegna la Campania agli ultimi posti della graduatoria: qui solo il 32 per cento degli istituti scolastici ha una palestra.
I dati mettono insieme scuole di ogni ordine e grado, e non dicono, ad esempio, che il più delle volte ad esser penalizzate sono le elementari, nonostante le attività motorie compaiano, anche qui, tra le discipline oggetto di valutazione. Ma vediamo, nel dettaglio, i numeri messi insieme dal ministero. Per 4.623 scuole campane, si contano 1.511 palestre. Vero è che a queste potrebbero aggiungersi i 544 impianti sportivi contati a parte (e per impianti sportivi si intendono, ad esempio, i campetti all'aperto, che peraltro presentano non pochi problemi legati alla loro manutenzione), ma assai spesso gli istituti che hanno la fortuna di un impianto "en plein aire" sono gli stessi che hanno anche la palestra. Tant'è, la percentuale delle scuole attrezzate per l'educazione fisica non cambia.
E la provincia che se la passa peggio è Benevento, dove a fronte di 398 scuole abbiamo 102 palestre, una palestra ogni quattro scuole, insomma. Segue, a ruota, Salerno, che con 1.212 scuole conta 316 palestre, pari al 26 per cento. Decisamente avvantaggiata Napoli, dove ad avere uno spazio ad hoc per l'attività sportiva degli studenti sono 42 scuole su 100 (per 1.690 istituti ci sono 717 palestre).
Una fotografia impietosa. Ben diversa dal modello anglosassone al quale dice di ispirarsi il ministro Moratti. Ma la carenza di palestre è un dato cronico, in Campania. Anche a causa dell'alto numero di scuole ospitate in edifici "adattati", spesso civili abitazioni malamente trasformate in contenitori di studenti. E se le famiglie che possono permetterselo pongono rimedio ai difetti della scuola iscrivendo i figli in palestra, e pagando rette assai varie a seconda degli impianti ai quali ci si rivolge, nelle periferie resta alto il numero dei bambini che possono avvicinarsi allo sport solo grazie alle attività degli oratori di parrocchia.
Una realtà scolastica sulla quale si innesta la crescente polemica sul sacrificio imposto all'educazione fisica nella scuola superiore riformata secondo lo schema Moratti: non più due ore a settimana, ma soltanto una. Ed è di questi giorni, proprio a Napoli, la mobilitazione dei docenti di educazione fisica e degli studenti della scuola di specializzazione in Scienze motorie che, riunitisi in assemblea nei locali della Cgil, hanno scritto alla Moratti chiedendo che nelle scuole superiori la disciplina non venga penalizzata, ma la si porti, piuttosto, a tre ore settimanali. E si inserisca nel sistema dell'istruzione anche un liceo sportivo. Indicazioni che scaturiscono anche da una raccomandazione dell'Unione Europea, che ha invitato i governi a valorizzare ed aumentare l'insegnamento dell'educazione fisica garantendone tre ore a settimana. "È nella pratica costante e continua dell'attività motoria la risposta per contrastare l'insorgere delle problematiche sanitarie giovanili, quali sovrappeso e obesità, scoliosi, diminuita funzionalità cardio-circolatoria, respiratoria, muscolare, articolare".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL