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Repubblica: Liste per le elezioni universitarie a Bergamo il rettore esclude gli studenti stranieri

"Quei giovani non sono italiani e non hanno diritti politici"

11/05/2007
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la Repubblica

I NUMERI
Liste per le elezioni universitarie a Bergamo il rettore esclude gli studenti stranieri
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il voto
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"Quei giovani non sono italiani e non hanno diritti politici"
TERESA MONESTIROLI

MILANO - Possono votare, ma non possono essere eletti. Perché, nonostante siano iscritti regolarmente a un corso di laurea e paghino le tasse come gli altri, agli stranieri non è concesso candidarsi alle elezioni per i rappresentanti degli studenti.
Accade all´università di Bergamo. A scontrarsi con il regolamento interno di ateneo sono i ragazzi della lista di sinistra che, tra i 22 candidati presentati per le votazioni della prossima settimana, avevano inserito anche cinque studenti di nazionalità non italiana. Cinque nomi che l´ufficio elettorale d´ateneo ha respinto. Il motivo? Non sono cittadini italiani, non godono dei diritti politici del nostro paese. Eppure, godono dei diritti e dei doveri di un qualunque iscritto a una della sei facoltà dell´ateneo lombardo.
È la prima volta che succede, a Bergamo. Ed è probabile che sia la prima volta in tutta Italia dal momento che i giovani che scelgono di continuare gli studi nel nostro paese sono ancora una minoranza. Quindi è probabile che nessuna università si sia ancora posta il problema. Bergamo l´ha dovuto affrontare in questi giorni e il risultato è stato la non ammissione dei nomi stranieri nell´elenco dei candidati. Una doccia fredda per la lista che riunisce le sigle del centrosinistra (Associazione Officina 33, Collettivo Sconsiderati e Unione Universitaria), che invece aveva deciso di coinvolgere nella vita accademica anche ragazzi che provengono da culture e tradizioni diverse.
«La ragazza albanese è una mia compagna di corso a Economia da quattro anni – spiega Roberto Tommaselli di Officina 33, candidato per il consiglio di amministrazione – Parla italiano perfettamente ed è molto interessata ai problemi dell´università. Per questo le ho proposto di candidarsi nella nostra lista. Dopo un´iniziale reticenza, dovuta soprattutto alla timidezza, ha accettato. Ma è rimasta molto delusa dalla decisione dell´università». Come lei anche gli altri quattro stranieri, tutti provenienti dal Marocco e iscritti a una laurea triennale in Economia o Lingue. «Sono studenti come gli altri – continua Tommaselli – che frequentano le nostre stesse aule, che pagano le stesse tasse e che potranno votare i rappresentanti degli studenti. Ma non possono candidarsi. È assurdo».
A stabilirlo è il nuovo regolamento degli studenti in cui si specifica che possono candidarsi solo studenti che abbiano i diritti politici nel nostro paese. Una legge interna che gli stessi studenti hanno votato, senza prestare più di tanta attenzione a quella frase che ora diventa cruciale. «Abbiamo chiesto al rettore di cambiare il paragrafo in questione – dice Tommaselli – ma ci è stato risposto che per quest´anno non ci saranno modifiche. Forse per le prossime elezioni, anche se non sembra favorevole a permettere agli stranieri di essere eletti in consiglio di amministrazione e senato, ma solo nei consigli di facoltà». Certo è che per quest´anno la lista di sinistra potrà contare solo su 17 candidati per accaparrarsi il maggior numero di posti possibili dei 53 in palio tra consiglio di amministrazione, senato accademico, consigli di facoltà, Isu e Cus. Gli sfidanti sono: Azione universitaria (An), Mup (Lega) e Lista aperta (Cl).


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