Repubblica: Ligresti, scontro tra Mussi e il rettore
lo scontro tra il rettore di Torino, Ezio Pelizzetti, e il ministro Fabio Mussi è tutt´altro che un fatto burocratico e rischia di diventare il terreno di scontro sull´argomento delicato dell´autonomia universitaria
Polemica a Torino dopo il veto al titolo ad honorem per la figlia dell´imprenditore. "Già a novembre negammo l´assenso"
Il ministro: contrario da mesi. L´ateneo: rifiutò laurea postuma a Pavese
PAOLO GRISERI
TORINO - Il giorno dopo la revoca della laurea honoris causa, Jonella Ligresti, figlia di Salvatore, esprime «stupore». E sostiene che si tratta di una questione «di tipo procedurale o burocratico che interessa esclusivamente i rapporti tra università e ministero». Dunque, nonostante l´annuncio del ministro che ha definito «giuridicamente nulla» la laurea conferitale martedì, Jonella Ligresti il pezzo di carta se lo tiene. E ne va orgogliosa. Ringrazia infatti «l´università di Torino per l´onore riservatomi e il titolo conferitomi».
Ma, contrariamente a quanto pensa la signora Ligresti, lo scontro tra il rettore di Torino, Ezio Pelizzetti, e il ministro Fabio Mussi è tutt´altro che un fatto burocratico e rischia di diventare il terreno di scontro sull´argomento delicato dell´autonomia universitaria. La battaglia si consuma nella giornata di ieri a colpi di comunicati contrapposti e versioni contrastanti dell´incredibile vicenda che ha portato martedì mattina alla consegna della laurea honoris causa in pompa magna e martedì pomeriggio all´annuncio del ministro che la pergamena è da ritenersi priva di valore «per assenza dei requisiti di legge». Dai comunicati dello scontro spunta anche un risvolto inedito: «Il 18 giugno scorso - scrive il rettore torinese - il ministero aveva negato l´assenso alla proposta di conferire una laurea post mortem a Cesare Pavese». Un ricnonscimento analogo era invece stato concesso, nel 2005, allo scrittore Beppe Fenoglio. Ma all´epoca c´era un altro governo. Il ministro ce l´ha con i torinesi?
Nel suo comunicato di ieri Mussi sostiene di aver avvisato Pelizzetti «informalmente fin dal 30 novembre scorso» che non avrebbe concesso l´assenso al riconoscimento per la figlia di Salvatore Ligresti. E ricorda che, in base alla legge, senza quell´assenso il Rettore non poteva organizzare la cerimonia. Dunque la laurea non è valida perché manca il via libera del ministero.
L´ateneo piemontese contesta questa ricostruzione. Nel suo comunicato il rettore sostiene di aver sollecitato più volte il ministero senza aver mai ricevuto un no formale. Aggiunge che quel no sarebbe giunto solo alla vigilia della cerimonia e che «l´approvazione ministeriale era prevista da una norma del 1933 non più compatibile con l´attuale disciplina costituzionale dell´autonomia universitaria». Dunque, in base al principio del silenzio-assenso, essendo trascorsi 90 giorni dalla richiesta, la cerimonia si poteva fare. Poi il passaggio più difficile da accettare per il ministro: «In ogni caso la nullità della laurea non può conseguire poiché il potere di conferire la laurea è di titolarità dell´università».
Il principio sostenuto dal rettore torinese è destinato a suscitare nuove polemiche. Perché, se venisse accettato, ogni università potrebbe decidere per conto suo, in nome dell´autonomia, a chi conferire le lauree honoris causa. Negli uffici del ministero si faceva notare già ieri sera che la laurea fai da te non è accettabile e che lo stesso rettore torinese ha scoperto in ritardo il principio del silenzio-assenso, avendo sollecitato il ministro ad esprimersi fino alla vigilia della cerimonia. Nell´ateneo piemontese sono poche le voci che si levano a criticare il comportamento del rettore. E il professore Umberto Bocchino, autore della «laudatio» a favore della figlia di Ligresti, si chiede «se dietro tutta questa polemica contro il riconoscimento a una donna manager non ci sia uno scontro di tipo politico». È un fatto che proprio in questi mesi Ligresti sta trattando con l´amministrazione torinese importanti interventi in campo urbanistico.