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Repubblica: "Liberalizzazioni, andare oltre i taxi proviamoci con scuole e ospedali"

Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà: meno statalismo nel welfare

20/08/2006
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la Repubblica

comunisti Certo, anche i comunisti hanno contribuito a costruire l´Italia in cui viviamo

DAL NOSTRO INVIATO

JENNER MELETTI
RIMINI - La Compagnia delle opere, ad aprile, aveva fatto una scelta di campo precisa, invitando a votare - per la prima volta in modo esplicito - per la Casa delle libertà. Fra gli ospiti del Meeting 2006 arriverà Silvio Berlusconi, mentre Romano Prodi non è stato invitato. Giorgio Vittadini è il presidente della fondazione per la sussidiarietà. Anche il mancato invito è una precisa scelta di campo?
«Assolutamente no. Il programma è stato preparato a giugno, ed è molto più semplice invitare un capo dell´opposizione che un capo di governo, che ha tanti impegni istituzionali. Il Meeting ha fatto una sola scelta di campo: avere gruppi di esponenti di entrambi gli schieramenti. Il centrosinistra dimenticato? Non scherziamo. Arriveranno Rutelli, Marini, Bersani e Damiano. Fra l´altro il presidente del Senato apre il Meeting e Bersani lo chiude, presentando il libro di don Giussani "Dall´utopia alla presenza", e questo appuntamento è nel cuore di tutto il Meeting».
Centrosinistra e centrodestra a confronto qui a Rimini: altri leader di Cl hanno già parlato di Grande coalizione alla tedesca.
«Noi parliamo di dialogo, non di formule. Chiamiamo a confronto i politici per dire: il muro contro muro non paga. Si deve avviare un confronto senza inciuci, sapendo che chi preferisce i colpi di scure fa solo danni. E di confronto noi parliamo da mesi, e non da giorni come fanno altri. Proponevamo il dialogo quando fra i due poli c´erano solo le sportellate. Cito Andreotti, che qui al Meeting ricordava che in Inghilterra conservatori e laburisti si combattono a casa loro ma quando vanno all´estero con l´interparlamentare si presentano sempre uniti».
Lei oggi aprirà l´incontro inaugurale con Franco Marini, presidente del Senato. Che cosa dirà?
«Citerò don Luigi Giussani, che nel 1987 ad Assago partecipò ad un incontro con la Dc e non parlò di politica ma dell´uomo. Raccontò l´impegno umano e cristiano aperto alla carità e poi alle opere. Disse che la cosa importante della vita politica è che si preservino i desideri dell´uomo: felicità, giustizia, verità. Da questa esigenza partirono le nostre opere, e la politica non deve sostituirsi a queste opere ma valorizzarle. Fu in quegli anni che nacque il nostro slogan: più società, meno Stato, cioè la sussidarietà. Significa fare leggi che non siano soltanto espressione di politica e partiti, in uno Stato che valorizzi l´intrapresa delle persone».
E che cosa chiederà al presidente del Senato?
«Oltre alla sussidiarietà, l´educazione. C´è una petizione firmata da 250 parlamentari di ambedue gli schieramenti che affronta il tema dell´istruzione e in particolare quello dell´educazione, intesa come trasmissione di un impeto ideale. C´è una grave crisi delle componenti ideali che hanno ricostruito l´Italia dopo la guerra, con l´impegno di cattolici, socialisti, liberali. I comunisti? Certo, anche loro hanno contribuito a costruire l´Italia in cui viviamo. Se si legge Guareschi si vede che anche in Peppone c´è quell´impeto per il bene comune che oggi noi non riusciamo più a trasmettere ai figli, avvolti da un nichilismo che fa paura».
Tutto un ciclo di incontri è dedicato a "Libertà nelle liberalizzazioni". Su Atlantide lei scrive un fondo su questo tema. E avrete con voi il ministro Bersani.
«Tante sono le cose da discutere. Il suo decreto è in buona parte positivo perché libera da lacci e lacciuoli. Ma allo stesso tempo non bisogna demonizzare l´intrapresa. Perché, ad esempio, un giovane che apre una partita Iva deve avere una fidejussione? Bisogna fare rispettare le regole ad autonomi e imprenditori, ma anche fare loro capire che sono utili e importanti per il Paese».
C´è anche la proposta di abolire gli ordini professionali.
«Sarebbe gravissimo. Bene abolire i privilegi, ma gli ordini tutelano la qualità dell´offerta. Il problema principale è comunque quello di allargare le liberalizzazione a scuola, università e welfare. Blair ha dato il via a fondazioni che si occupano di sanità e scuola. In Italia, invece, appena si fa questa proposta, tutti gridano allo scontro fra laici e cattolici. Liberalizzazione significa dare ai cittadini la possibilità di scegliere, entro regole certe, servizi pubblici, privati o no profit. Si vogliono liberalizzare i taxisti. Perché non gli insegnanti?».


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