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Repubblica: Le mille e una traccia, l´italiano

Sui banchi l´attualità dei temi in classe

21/06/2009
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la Repubblica

Con l´avvicinarsi dell´esame di maturità, l´obiettivo degli studenti è come sempre quello di riempire di parole sensate le quattro colonne di foglio protocollo. Accusato di essere un esercizio un po´ astratto, l´elaborato scritto è in realtà un termometro che misura i cambiamenti della nostra lingua. Lo dimostra un libro ora in uscita, messo a punto da Luca Serianni e Giuseppe Benedetti

Mario Soldati raccontò di aver passato il compito al compagno accanto

Oggi i ragazzi sperano nella fortuna: vorrebbero sapere prima gli argomenti

PAOLO MAURI

m ario Soldati fece l´esame di licenza liceale nel 1923: l´anno dopo, con la Riforma Gentile, si sarebbe chiamato esame di maturità. Cinque scritti e poi gli orali: non solo. Siccome Soldati era bravo gli misero accanto un ex combattente medaglia d´oro della Grande guerra, un supermutilato che doveva essere aiutato. Così, riferiva Soldati moltissimi anni dopo, in una intervista del 1978, «ho fatto due temi, due versioni. E lui è stato promosso» (Molto tempo dopo scoprì che si trattava di un impostore che si era fatto scrivere da un altro un memoriale di ben cinquecento pagine…). Soldati era drastico: «Se uno sa, ha studiato e non è un imbecille, l´esame non può che andar bene». Tra l´intervista di Soldati e i giorni nostri molte cose sono cambiate: anche l´esame non è più quello. Si è adeguato ai tempi, che poi non pretendono molto dai giovani maturandi. Ma il tema? L´anno scorso il ministero sbagliò la traccia di un tema ancorato ad una poesia di Montale e rimediò una figuraccia: c´era stata addirittura una confusione di sesso, un lui era diventato lei. Vedremo quest´anno. Intanto la discussione sul tema viene rilanciata da un libro un po´ tecnico e un po´ no, messo a punto da Luca Serianni e Giuseppe Benedetti. Si intitola Scritti sui banchi-L´italiano a scuola tra alunni e insegnanti (Carocci).
La critica più diffusa fatta al tema è d´essere un esercizio un po´ astratto, reo di non avere corrispondenti nella realtà. Quando mai capita, da adulti ormai lontani dai banchi, di essere costretti a fare un tema? Via, dicono i suoi critici, è come la vecchia "amplificatio" delle scuole gesuitiche. Retorica, nient´altro. Si prende un concetto benissimo espresso da uno scrittore o da un filosofo e si pretende che l´alunno (il candidato, in sede d´esame) lo dica, molto meno bene, in quattro colonne di foglio protocollo. Chi pensa questo, però, non tiene conto del fatto che la scuola deve insegnare a fare qualcosa: che ci sia qualcuno che la sa già fare o l´ha già fatta meglio è una bella scoperta. È vero che i temi non esistono fuori dalla scuola, ma non è un buon argomento. La scuola è un mondo molto complesso, guai a ridurlo a una formuletta.
Tornando ai temi, è sottinteso che per proporre un buon tema ci voglia un bravo insegnante. In questo libro si fanno molti esempi di come si può proporre un tema, anche articolando molto la traccia in modo da "guidare" lo svolgimento. Eccone uno stravagante, o forse giustificato dal fatto d´essere stato assegnato in Val d´Aosta: «Durante le tue vacanze in montagna hai assistito a una scena singolare. Mentre si stava svolgendo una gara podistica sui percorsi campestri della valle fiorita, un caprone si era messo di traverso lungo il sentiero che avrebbero dovuto percorrere gli atleti. Poiché l´animale si era opposto a tutti i tentativi di spostarlo, i podisti avevano deciso di aggirarlo. Improvvisamente però il caprone si era messo a rincorrerli. Descrivi questa scena». In più il prof aggiunge un certo numero di vocaboli che bisogna per forza mettere nel tema tipo: arrancare, sgambettare, trottare, volare e locuzioni come «a rotta di collo», «a precipizio». Ora gli autori del libro in questione trovano «eccellente» questo tipo di impostazione, che invece mi lascia piuttosto perplesso. Un caprone che disturba una gara podistica nella valle fiorita mi fa pensare a Daudet. Può un ragazzo di oggi fingersi Daudet? E a che scopo? Solo se è molto bravo riuscirà a mescolare arcadia, trambusto e buon umore. Fingere uno stile non è da tutti.
D´altra parte il tema pilotato è la novità degli ultimi anni, almeno a far data dalla riforma degli esami varata nel ´99. Vengono dunque forniti, a supporto della traccia, documenti vari che consentono di lavorare "in solido". Con il risultato però che i mediocri faranno soprattutto un esercizio di "copia e incolla" e gli altri una più o meno accettabile parafrasi. Un altro esercizio proposto spesso, un quasi-tema, è quello dell´articolo di giornale dove per giornale si intende il "giornalino scolastico": un modo per tornare al tema libero, visto che certo le tecniche giornalistiche non si insegnano a scuola.
La verità è che non c´è uniformità tra i temi e neppure tra i vari tipi di scuole: temi sociali, temi letterari, racconti liberi su esperienze personali volti a indagare la personalità dell´alunno, ce n´è per tutti. Un prof, stando ancora al nostro libro, propone di scrivere un racconto su un guerriero che se va in giro con uno schiavo e che vuol chiedere la mano di una fanciulla. L´alunno sbadiglia, non sa dove collocare i personaggi. Medio Evo? Boh! Che avrebbe detto Verzo, antico studente di Aristogitone nella trasmissione cult Alto Gradimento? «Amo fatto er tema». Poi, per i prof c´è la piaga della correzione: montagne di compiti. Frank McCourt (l´autore delle Ceneri di Angela, ma anche di Ehi, prof!) rievocava quell´assillo come un incubo.
Però la scuola è questo, o almeno anche questo e richiede una grande pazienza. Certo, si può detestarla e persino desiderare di distruggerla. Don Milani, per esempio, non amava i professori e non voleva che questi correggessero gli alunni in qualche modo sopraffacendoli. Per fare scuola come don Milani però bisogna essere don Milani. (Allo scrittore Sebastiano Vassalli, che per qualche tempo ha fatto anche l´insegnante, don Milani, per esempio, non piaceva mica tanto.)
I ragazzi, tipo quelli che compaiono nel film Notte prima degli esami, sperano sempre nella fortuna: che bello sarebbe conoscere prima dell´esame la traccia del tema! Una volta esistevano addirittura dei volumi di "temi svolti" da scopiazzare sbirciando sotto il banco, adesso magari si consulta Internet al bagno. Una gran fatica. E pensare che, come diceva Soldati, per essere bravi basta studiare. Non ci vuole mica tanto.


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