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Repubblica: Le emergenze del governo

Il nuovo ministro dell´Istruzione deve sapere che sta a lui e al governo del quale fa parte, restare nella storia d´Italia come chi ha messo di nuovo il nostro Paese in serie A o lo ha definitivamente condannato alla serie B.

22/04/2006
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la Repubblica

MARCELLO DE CECCO

La lista dei ministri che Romano Prodi dovrà presentare al Paese, oltre che al Presidente della Repubblica e al Parlamento, dovrà essere composta da nomi che comunichino immediatamente quali siano i programmi che i ministri intendono svolgere. Questo non può riguardare, naturalmente, tutti i dicasteri, ma vale senz´altro per quelli che dovranno affrontare le "emergenze" che il nostro Paese ha di fronte. Vale la pena elencarle:
Emergenza evasione fiscale. Il nuovo governo avrà bisogno di risorse, e non potrà aumentare la pressione fiscale, ormai al punto di rottura per le categorie veramente colpite. Ha promesso di ridurre di cinque punti il cuneo fiscale. Si è impegnato a metter fine alla scandalosa litania di condoni sgranata negli ultimi cinque anni dal governo uscente. Se la lista dei ministri comprenderà un solo nome per il ministero dell´Economia, sarà evidente agli evasori italiani e ai loro autorevoli consulenti che non ci sarà un ministro delle Finanze "tutto per loro", dedicato a recuperare base imponibile e imposte evase. Potranno tirare un respiro di sollievo. L´evasione non sarà sottolineata come emergenza in cima ai pensieri del nuovo governo e del suo premier. I mercati finanziari internazionali sapranno anch´essi che il ritorno all´avanzo primario sarà più problematico.
Emergenza istruzione. Se ne parla continuamente, ma non è stata, come doveva essere, al centro della campagna elettorale dell´opposizione e men che meno della maggioranza uscente. Il nuovo governo deve affermare con forza sufficiente che è la più grave emergenza che il Paese ha di fronte. Ci si gioca il futuro, con un sistema educativo inadeguato. E il nostro, se si esclude la scuola elementare, è stato giudicato inadeguato, in confronti internazionali di tutti i tipi, anche molto recenti come le statistiche dell´Ocse. Se non si educano i giovani perché possano essere cittadini di prima serie del mondo globalizzato, e lavoratori forniti di una formazione di base adeguata ad affrontare le grandi trasformazioni che già si manifestano nel mercato del lavoro, il declassamento e il declino divengono inevitabili.
Il nuovo presidente del Consiglio deve dare un segnale forte, nominando uno dei suoi ministri di massimo prestigio all´Istruzione, possibilmente uno dei due vice-presidenti del Consiglio. Il nuovo ministro dell´Istruzione deve sapere che sta a lui e al governo del quale fa parte, restare nella storia d´Italia come chi ha messo di nuovo il nostro Paese in serie A o lo ha definitivamente condannato alla serie B. Il ministero dell´Istruzione comanda un esercito enorme di dipendenti, male organizzati, mal pagati, e demotivati da decenni di incuria e di riforme mal disegnate e ancor peggio implementate. Mettere alla sua testa un grosso calibro politico, capace di farsi ascoltare con la massima autorevolezza in Consiglio dei ministri quando busserà a denari e di mettere al servizio dei giovani d´Italia la sua dedizione e le sue capacità organizzative, servirà all´esercito di maestri e professori a capire che è tempo di rimboccarsi le maniche e ridarà speranza a studenti e genitori. Chi vince nelle scuole d´Italia non solo avrà diritto alla gratitudine del Paese, ma si qualifica come degno di servirlo guidandolo come futuro presidente del Consiglio.


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