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Repubblica: La vostra sfida. Aiutare la ricerca senza scappare via

LETTERA LA VOSTRA SFIDA: AIUTARE LA RICERCA SENZA SCAPPARE VIA CARLO BERNARDINI Come è fatta una creatura con molte anime? Come una Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali: c'...

04/07/2005
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la Repubblica

LETTERA
LA VOSTRA SFIDA: AIUTARE LA RICERCA SENZA SCAPPARE VIA

CARLO BERNARDINI

Come è fatta una creatura con molte anime? Come una Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali: c'è un'anima matematica, una fisica, una chimica, una biologica, una geologica, una naturalistica e, da poco, anche informatica. Convivono, ciascuna nel suo scomparto, con qualche interessante travaso. Tradizionalmente, queste anime, dette "corsi di laurea", hanno i loro santuari sparsi nel territorio; oltre che nelle Facoltà stesse, le pratiche della ricerca si svolgono nel Consiglio Nazionale delle ricerche, nell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, nell'Istituto Nazionale di Astrofisica, nell'Agenzia Spaziale, nell'Ente Nazionale Energie Alternative, nell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nell'Istituto Nazionale di Alta Matematica e altre strutture minori. Naturalmente, ci sono anche opportunità nell'insegnamento superiore e qualcuna (poche) nei servizi e nell'industria. Le pratiche di ricerca sono, comunque, pratiche ascetiche, perché questa fetta di società civile è forse quella più lontana dalla frenesia dei mercati e dei profitti. Pure, essa contribuisce, dove c'è, in modo determinante alla formazione della ricchezza di un paese, perché i risultati della ricerca a puri fini conoscitivi hanno, in genere, uno straordinario impatto a lungo termine. L'interesse dell'imprenditoria privata è però indirizzato ai profitti a breve termine, sicché è indispensabile che, in un paese civile, la ricerca di base sia finanziata dallo Stato, con denaro pubblico: è il più raffinato e lungimirante investimento che si possa fare. In ogni caso, per i giovani ricercatori, il mercato del lavoro è quello internazionale e la cosiddetta "fuga dei cervelli" è il miglior segno dell'eccellente formazione di base nelle università italiane, ovunque riconosciuta; magra soddisfazione, però, rispetto alla "perdita" (altro che fuga!) che da anni il paese subisce a causa dell'insensibilità dei governanti e della pubblica opinione, polarizzati su altri modelli culturali (se così si possono chiamare). Perdendo in questo modo giovani di altissimo livello intellettuale, accolti in paesi più sensibili, stiamo ripercorrendo un'esperienza di "cacciata" come ne sono capitate nella storia, magari per motivi più gravi, stavolta quasi un "rigetto" per intolleranza.
Nonostante questa drammatica situazione, mi sento di suggerire: ragazzi, non scoraggiatevi, l'internazionalismo della scienza è pur sempre una risorsa sicura e l'Italia è ancora in grado di darvi una formazione di base formidabile (detta retoricamente "eccellenza", parola ridicola abusata ed usata in modo equivoco). Semmai, contribuite già da studenti a illustrare l'importanza e i piaceri della ricerca: "ha da passa' 'a nuttata", direbbe De Filippo. I settori più eccitanti sono forse, oggi, i cosiddetti ibridi, a cavallo tra fisica e biologia, tra matematica ed economia, la progettazione di molecole e materiali speciali; ma anche la cosmologia sperimentale nell'infrarosso, la planetologia, la fisica "astroparticellare", l'oceanografia, la climatologia, eccetera. Ce n'è per tutti i gusti. Se si risolve il problema di assicurarsi rapidamente i giovani, anche in Italia si potrà mettere in moto una macchina intellettuale che sarà motivo d'orgoglio per tutti noi, come lo è stata per la generazione che ha avuto la fortuna di lavorare con i grandi maestri nella seconda metà del '900.


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