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Repubblica-LA VERITÀ DIETRO I VANDALI DEL PARINI

LA VERITÀ DIETRO I VANDALI DEL PARINI Il liceo classico Parini coi suoi 723 studenti ra...

02/11/2004
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la Repubblica

LA VERITÀ DIETRO I VANDALI DEL PARINI


Il liceo classico Parini coi suoi 723 studenti rappresenta a stento lo 0,6% dell'intera comunità degli iscritti alle scuole superiori della provincia di Milano e non arriva all'1,5% in Milano città. L'allagamento è stato un regolamento di conti tra pochi allievi e un professore, una sorta di "avvertimento", e non manifestazione del generale disagio della scuola milanese, né di fronte al "sistema generale" né di fronte alla riforma Moratti: è stato un episodio che riguarda una ristrettissima cerchia di persone ? studenti e famiglie ? che una volta erano ritenute, o meglio si ritenevano loro stesse, nocciolo duro della classe dirigente del paese.
Ma le cose non sono più quelle, basta guardare i numeri. Il 35% degli iscritti alle scuole superiori è negli istituti tecnici, il 25 % nei licei scientifici, il 20 % negli istituti professionali, il 7% nei licei classici ed il restante 13% equamente ripartito tra istituti linguistici, artistici e magistrali. Per farla breve su 115.000 vanno al classico in 7.900. Solo di loro dobbiamo parlare? Sono loro la futura classe dirigente? Se facciamo una rozza forzatura ed identifichiamo la classe dirigente con i laureati, le cose non vanno meglio: dei quaranta studenti universitari ogni cento che arrivano a laurearsi solo 4 vengono dai licei classici, 17 dagli istituti tecnico-professionali, 15 dagli scientifici e 4 dagli altri messi assieme.
Di sfuggita diciamo che in provincia di Milano, a 3 anni dal diploma, il 75% di chi esce dagli istituti professionali ha trovato lavoro così come il 67% di chi viene dagli istituti tecnici. Il dramma di chi si è perso per strada tra le scuole superiori e l'università lo conosciamo tutti: un costoso dramma nazionale. L'allagamento del Parini è poca cosa rispetto alla crisi generale dell'istruzione superiore ed è qui che vanno accesi i riflettori, proprio con la stessa attenzione con la quale ci siamo occupati del liceo classico di via Goito: in campo sociologi illustri, cronisti di grido, opinionisti, madri e padri alla riscoperta delle loro responsabilità, docenti preoccupati, pubbliche autorità in preda a fibrillazione (elettorale?). All'interno di quest'universo una particolare attenzione agli istituti tecnici e professionali, probabilmente le vittime più silenziose della riforma Moratti.
In un diluvio di parole ? portfolio, tutor, credits, passerelle ? tutte parole in attesa di entrare nel dizionario della lingua italiana - i genitori e i ragazzi tendono ad abbandonare gli istituti tecnico-professionali a favore dei licei scientifici (intasandoli) per timore che il cosiddetto "doppio canale" qui introdotto dalla riforma non porti alla fine che ad un percorso didattico indecifrabile e dunque inutile. L'amministrazione provinciale approfitti del momento per dare vita ad un serio confronto sul sistema dell'istruzione superiore a Milano perché è vero che dalla crisi che attanaglia il Paese si esce facendo sistema. Per evitare l'accusa di animosa invidia a posteriori: ho fatto le medie ed il liceo classico al Manzoni di via Orazio, dentro la Cerchia dei Navigli. Ringrazio ancora i miei professori per avermi anche insegnato ? costretto ? a guardare il più lontano possibile dalla punta dei miei piedi: almeno fuori della Cerchia.
LUCA BELTRAMI GADOLA


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