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Repubblica-"La strage va spiegata ai bambini" e il mondo della scuola si divide

Una lettera del ministro invita i docenti a parlarne nelle classi. Il sindaco di Roma mette in guardia: "Cerchiamo di evitare i traumi" "La strage va spiegata ai bambini" e il mondo della scu...

15/09/2004
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la Repubblica

Una lettera del ministro invita i docenti a parlarne nelle classi. Il sindaco di Roma mette in guardia: "Cerchiamo di evitare i traumi"
"La strage va spiegata ai bambini" e il mondo della scuola si divide
Beslan, polemica a distanza tra Veltroni e la Moratti

I genitori: "Parlare di fatti così importanti non fa mai male: già hanno visto la tv"
La maestra: "È tradizione della scuola affrontare questi temi, ma con molta calma"
MARINA CAVALLIERI

ROMA - Primo giorno di scuola come sempre, come se non fosse accaduto, senza paura. "Abbiamo discusso a lungo sull'eventualità di porre in relazione l'apertura dell'anno scolastico e la tragedia in Ossezia: abbiamo deciso che è meglio evitare che i bambini associno un momento di festa con quel dramma. Se ne parlerà più avanti, nel corso dell'anno". Queste le parole del sindaco di Roma Walter Veltroni che ieri ha presentato le iniziative per l'anno scolastico. È un invito preciso il suo, un'indicazione meditata: evitare subito ossessivi riferimenti alle tragiche vicende internazionali, "per non entrare in un circuito di paura".
L'invito di Veltroni non è casuale. Il fantasma di Beslan circola nelle scuole. È giusto parlare di eventi efferati, di morti bambini, uccisi in quel modo, in un'aula? Il 9 settembre il ministro dell'istruzione Moratti in una lettera aveva dato un indirizzo netto, come se non ci si potesse sottrarre: "Prego i Dirigenti - scrive il ministro - perché, nella loro autonomia e con le modalità ritenute più idonee, traggano dai tragici fatti di Beslan occasione per momenti di raccoglimento, riflessione e approfondimento sulla minaccia del terrorismo che incombe sull'umanità, sulla necessità ad operare per la realizzazione di una unione duratura e pacifica tra i popoli... ".
Una lettera inviata all'apertura dell'anno scolastico, due posizioni, quella del sindaco e del ministro, diverse, che stanno facendo discutere. "Associare il primo giorno di scuola ad una riflessione su Beslan sarebbe sbagliato, è un giorno di festa, di accoglienza", dice Elisabetta Scala, del Moige, un'associazione di genitori. "Ma è bene parlarne, i bambini hanno visto le immagini in televisione, hanno già vissuto, proprio la scuola può essere un posto giusto per tirare fuori quello che pensano, anche per esorcizzare, trasformare la paura".
Nelle scuole già da tempo gli insegnanti affrontano le angosce dei più piccoli. "Quando ci fu la prima guerra del Golfo i bambini venivano dicendo "anche mio padre deve partire?", è tradizione della scuola affrontare questi temi", dice Nadia Ferretti, maestra alla "Iqbalmasih" di Roma. "Sono discorsi estremamente delicati, vanno preparati con calma, non si possono fare sull'onda dell'emozione. Ne parleremo certamente ma non il primo giorno di scuola". "Il primo giorno di scuola è una festa - aggiungono le maestre del 126esimo Circolo - non si può iniziare col silenzio e il lutto, sarebbe consegnarci ai terroristi, ma i docenti sanno bene come regolarsi".
Riflettono insegnanti e genitori: come difendere i bambini italiani, come tenerli al riparo dalle schegge di quella tragedia? "Parlare di fatti così importanti non fa mai male", dice Lucia Rossi dell'Associazione italiana genitori, d'ispirazione cristiana. "I bambini hanno visto in televisione, è giusto affrontare con loro anche fatti così tristi, per il resto è bene affidarsi alla sensibilità degli insegnanti". E a quella dei bambini. "Sono temi che non si affrontano per una circolare o una decisione dall'alto", spiega Alba Sasso, parlamentare ds, attiva nel movimento degli insegnanti. "Non si può fare d'ufficio, ma seguendo il filo delle domande dei bambini, cogliendo il loro impaccio, i loro turbamenti".


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