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Repubblica-La scuola della Moratti a fine d'anno

La scuola della Moratti a fine d'anno CORRADO AUGIAS C aro Augias, sono una maestra di scuol...

26/05/2005
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la Repubblica

La scuola della Moratti a fine d'anno
CORRADO AUGIAS


C aro Augias, sono una maestra di scuola elementare. Ho letto giorni fa su "Repubblica" la lettera in cui il ministro Moratti suggeriva di riflettere sul disagio dei ragazzi e sulla funzione della scuola. Ho riflettuto. Il Ministro sembra non sapere che da quasi trent'anni (dopo i decreti delegati) i genitori sono entrati nella scuola e partecipano alla gestione. Non sa che gli insegnamenti che lei cita, ad esempio la convivenza civile, sono da decenni parte della programmazione; che la scuola ha avviato trasformazioni epocali (ora minacciate dalla sua riforma): il team di maestri al posto dell'insegnante unico, la lingua straniera, il tempo pieno che garantisce ore formative all'alunno e sostegno reale alle famiglie. Migliaia di insegnanti hanno sperimentato, formato cittadini coscienti nel tentativo di contrastare una società sempre meno civile.

Il fallimento della riforma Moratti è causato dalla confusione, dalle false innovazioni che fanno inorridire le molte persone perbene che lavorano nella scuola. Questo "portfolio" per esempio, che ci fa sprecare tempo prezioso, è solo un diversivo rispetto ai problemi veri da affrontare quali le classi sempre più numerose, la mancanza di fondi e supplenti, la prospettiva del ritorno del maestro unico che dovrebbe sostenere da solo ragazzini sempre più difficili, la mancanza di un aiuto efficace per bambini stranieri, disabili, in disagio. Caro Augias, siamo insegnanti in trincea, cercheremo in tutti i modi di difendere una scuola di qualità.

Paola Biasin

pennelli@inwind. it C'era nella lettera del ministro Moratti pubblicata da questo giornale qualche giorno fa una frase sorprendente. Diceva: " In una scuola che negli ultimi decenni si era concentrata più che altro sulla trasmissione del sapere", e continuava elencando le discipline accessorie che la nuova riforma avrebbe introdotto: la convivenza civile, il rispetto di se stessi e degli altri, la solidarietà, il rispetto delle cose e dei beni comuni, l'educazione ambientale, i sani e corretti stili di vita, la salute, l'alimentazione, l'attività sportiva, l'educazione stradale. Integrazioni sacrosante, nessuno discute. Ma che per la maggior parte erano già presenti da anni come ci ricorda la maestra Biasin.

Così come non è stata certo una novità quella "interazione tra insegnanti e genitori affinché scuola e famiglia possano insieme aiutare i ragazzi e le ragazze a trovare le proprie motivazioni e vocazioni". Nessuno vuole fare opposizione preconcetta a intenzioni sicuramente in buona fede; d'altra parte nessuno si dovrebbe attribuire meriti che non gli competono, tanto più per una riforma sbandierata come epocale ma ridotta nella pratica a una così povera cosa.

Arrivati alla fine dell'anno scolastico possiamo dire che delle famose tre "I" non è rimasta traccia, che le ore d'insegnamento della lingua straniera sono addirittura diminuite, che i fondi alla scuola pubblica sono stati ridotti, così come il tempo pieno e i sostegni ai bambini che ne hanno bisogno; la scuola pubblica è sempre meno in grado di seguire i ragazzi meno dotati e più poveri. Una signora come la Moratti può anche pensare che questo sia un male minore ma il suo ministero si chiamava della "Pubblica istruzione" proprio perché la scuola dovrebbe essere di tutti.


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