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Repubblica-La scuola azienda e i suoi disastri

La scuolaazienda e i suoi disastri Un piano sciagurato: trasformare i professori in piazzisti Che l'idea della cosiddetta aziendalizzazione della scuola fosse disastrosa lo pens...

03/12/2001
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la Repubblica

La scuolaazienda e i suoi disastri
Un piano sciagurato: trasformare i professori in piazzisti
Che l'idea della cosiddetta aziendalizzazione della scuola fosse disastrosa lo pensavo da tempo, ma non immaginavo che si arrivasse al punto denunciato da alcune email ricevute in questi giorni.
Comincio da quello del professor Ezio Pelino di Sulmona che mi scrive: "Le propongo una nuova questione. Da poco, da quando la scuola è considerata una azienda, come la Olivetti e la Fiat, vi sono entrati a pieno diritto i sindacati per il contratto integrativo d'istituto. Trattative lunghe, interminabili. La quasi totalità dei dirigenti scolastici, oggi, a due mesi dall'inizio delle lezioni, è ancora intorno al tavolo, mentre tutte le attività sono bloccate in attesa della firma del contratto. La didattica e lo studente possono aspettare. Si mimano Cofferati e Pezzotta. Sono un preside di sinistra, eppure mi son dovuto scontrare, incredulo, con la Cgil, secondo la quale il fondo d'istituto, la cui ragion d'essere è quella di arricchire e migliorare l'offerta formativa, va ripartito in parti all'incirca uguali, tanto ai professori, tanto ai bidelli. Non sulla base dei progetti culturali pensati dai docenti e approvati dagli organi collegiali, ma a prescindere".
"La contrattualità sindacale di istituto prosegue il professore confligge, inoltre, con la collegialità gestionale della scuola. Il famoso Pof annuale (il Piano dell'offerta formativa, con cui l'aziendascuola si presenta ai clienti nei termini più attrattivi, ndr), dopo essere stato elaborato, discusso, emendato, rielaborato e, finalmente, approvato dai cento organi collegiali e assemblee, comprese quelle di genitori ed alunni, deve passare per la prova più difficile: resistere alla demagogia e agli ideologismi salvifici dei sindacati, interni ed esterni. Questa è la scuola che sognavamo?".
No, professore, questo è lo sbocco di una visione distorta e sciagurata che ha contaminato la sinistra con i disvalori della destra e immaginato di trasformare le scuole in aziende, i presidi in manager, gli insegnanti in piazzisti e gestori dei Pof, gli studenti in clienti. Infine di misurare il merito e la professionalità didattica attraverso i criteri di una misera concorrenza di mercato con conseguenti differenze retributive. Più che naturale a questo punto l'intromissione dei sindacati nella ripartizione degli scarsi fondi .
Un'altra lettera (ne ho un cassetto pieno) è del signor Enrico Sarantis , padre di una bambina che frequenta la prima elementare, il quale lamenta che nelle scuole elementari sia sparita la figura del supplente: "Se l'insegnante non prende un periodo di malattia superiore ai trenta giorni il supplente non viene chiamato. Ora, a meno di incidenti gravi, l'assenza media degli insegnanti è di 35 giorni. A volte capita che l'insegnante prolunghi l'assenza con successivi certificati, raggiungendo anche il mese ma, non essendo stato dichiarato dall'inizio il decorso della malattia, il supplente non viene chiamato. In questi casi i bambini vengono inseriti provvisoriamente in altre classi e, quindi, può capitare che bambini di terza finiscano in quarta o in seconda e così via. Oppure viene utilizzato l'insegnante di sostegno che si trasforma in tappabuchi e non può adempiere all'attività di aiuto dei bambini in difficoltà. Tutto questo perché bisogna risparmiare. Non per caso mi si dice anche se non ho potuto accertarlo che i direttori che raggiungono certi obbiettivi di bilancio saranno premiati con un bonus a fine anno, come nelle industrie. Sempre per motivi di bilancio è trascurata la manutenzione del materiale didattico (computer, fotocopiatrici, ecc.) e l'onere viene sostenuto spesso dagli insegnanti che amano il proprio lavoro".
La professoressa Maria Teresa Siciliano nella sua email interviene, infine, sulla "scandalosa modifica degli esami di Stato" affidati a soli commissari interni, convenendo, d'altra parte, sul fatto che "molti genitori vogliono solo che il figlio conquisti in qualche modo il diploma con il minor fastidio possibile e assediano le presidenze per far ridurre a più miti consigli gli insegnanti cosiddetti esigenti".
E a proposito della "rovinosa" abolizione degli esami di riparazione, aggiunge: "Il pericolo di dover sacrificare parte dell'estate sui libri era un potente incentivo... e allora si riusciva a migliorare la preparazione di molti alunni grazie a corsi di recupero organizzati con serietà. Oggi i ragazzi li frequentano solo per scaldare i banchi, senza parlare del fatto che quest'anno i fondi a ciò dedicati sono stati diminuiti".
Tagli di budget? Economie di scala? Ai manager l'ardua risposta.


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