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Repubblica-La riforma Moratti bocciata anche in storia

E gregio dottor Augias, giorni fa lei ha pubblicato una lettera dello storico Adriano Prosperi che mi ha colpito. Finalmente qualcuno s'interessa a quel che accadrà alla cultura umanistica n...

16/06/2004
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la Repubblica

E gregio dottor Augias, giorni fa lei ha pubblicato una lettera dello storico Adriano Prosperi che mi ha colpito. Finalmente qualcuno s'interessa a quel che accadrà alla cultura umanistica nella scuola media con la cosiddetta riforma Moratti. Orari seccamente ridotti, programmi minimizzati, banalizzati. Tutto ciò mentre i più giovani si esprimono sempre di più con Sms o slogan, sono spesso incapaci di raccontare un semplice vissuto, di affrontare testi di media difficoltà, di confrontarsi con una realtà frastornante. Nella scuola disegnata dalla "riforma" l'accento è posto sulle competenze, sul fare.
Si sono dimenticati che la scuola media è anche il periodo della formazione del pensiero astratto, segna gli inizi della riflessione, del giudizio personale. A meno che proprio lì sia lo scopo: cancellare tutto. Mi perdoni lo sfogo sono molto scoraggiata.
Marina Martino
dbdip@tin.it
C aro Augias, sono un esponente di "Clio'92", associazione di insegnanti e ricercatori sulla didattica della storia. Le proposte dell'attuale ministero dell'Istruzione riducono la presenza della storia all'insegnamento di una non disciplina, coerentemente con l'intero impianto della riforma Moratti fondato sulla trasmissione superficiale di un "sapere minimo per tutti". Noi abbiamo presentato alcune osservazioni e proposte, naturalmente senza esito.
Abbiamo ricordato che solo nell'intreccio tra competenze e conoscenze si può studiare e apprendere in modo non superficiale la storia e che le raccomandazioni del Consiglio d'Europa insistono proprio in tal senso e, se seguite, permettono la formulazione di programmi e indicazioni non confusionarie e farraginose come le attuali.
Gli scienziati sono insorti contro la becera superficialità dei programmi di scienze e gli storici che pure avevano tuonato contro le proposte dei programmi Berlinguer-De Mauro, oggi tacciono di fronte alle nefandezze denunciate dal professor Prosperi. Io lo ringrazio per averci fatto sentire meno soli (da destra e da sinistra!).
Vincenzo Guanci
segreteria@clio92.it
D ietro le indicazioni apparentemente confuse della riforma, anche in fatto di storia, emerge in realtà un'indicazione di fondo, potremmo definirla un'ideologia latente. Per il resto, da quel che ho accertato parlando con esperti, solo grande superficialità, incompetenza, una buona dose di disinteresse. Una lunga e assennata tradizione ministeriale voleva, fin dai tempi del ministro Falcucci alla fine degli anni Settanta, che le commissioni di riforma venissero nominate con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: nomi e finalità, tutto alla luce del sole. Nel caso della Moratti invece, nessuno sa chi abbia formulato questi piani e solo da poco, a cose fatte, si è mandato in giro il progetto (peraltro con molta "parsimonia") per raccogliere qualche parere, a corredo.
Per ciò che riguarda la storia greca e romana, averla in pratica riservata agli allievi dei licei dopo una superficiale infarinatura in quarta e quinta elementare è un assurdo didattico che ridurrà ancora di più il nostro livello medio di acculturazione, già tra i più bassi d'Europa. È come se si fossero volute cancellare le nostre radici e si può perfino ipotizzare che qualcuno si sia spaventato del fatto che in fondo si tratta di "paganesimo".


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