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Repubblica: La riforma infelice

L'ex ministro Lombardi e i guai dell'università

06/06/2006
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la Repubblica

A Milano un centro d´eccellenza sul modello dei migliori istituti europei
MILANO

«Degrado universitario, cattedre insensate, ricerca umiliata, drammatico impoverimento culturale degli studenti chiamati ad essere la futura élite del Paese... Ma non solo». Nel dibattito sulla crisi profonda degli atenei italiani, interviene, da un´isola felice della didattica, Giancarlo Lombardi, ex ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Dini, presidente del Collegio di Milano, gioiello dell´eccellenza universitaria, creato su modello dei più prestigiosi college anglosassoni e delle grandes écoles francesi, grazie all´impegno di un gruppo di imprese e dell´ente locale. Campus riservato a cento studenti, tra i più bravi dei sette atenei milanesi, che hanno la fortuna di studiare, dormire, mangiare, frequentare la biblioteca e i laboratori, passeggiare nell´immenso giardino che circonda la palazzina razionale, a forma di fisarmonica, disegnata negli anni Settanta, alla periferia sud della città, da Marco Zanuso.
«Accanto ai tanti aspetti negativi della nostra università, non dobbiamo dimenticare quello che resta di buono - ricorda Lombardi. - Ci sono anche studenti che quando vanno all´estero, magari dopo essersi laureati, ottengono risultati notevoli negli altri atenei. Se io oggi dovessi giudicare gli studenti universitari italiani dal mio punto di vista, dal Collegio di Milano, per esempio, non potrei che essere molto soddisfatto».
Certo l´osservatorio di Lombardi è di quelli privilegiati. Ma l´esperimento milanese è una stimolante provocazione. Contiene tutto quello che manca nell´università italiana di massa.
L´orgoglio di appartenenza, il rigore, la serietà dei contenuti, l´interdisciplinarità, la vita in comune, condivisa nella quotidianità. Lombardi lancia una critica forte ai ministri che si sono succeduti negli ultimi anni, da Berlinguer alla Moratti: «La loro attenzione si è concentrata, focalizzata, esaurita nel gusto delle riforme di ingegneria scolastica. Il tre più due o i quattro più uno. Ma quello che conta sono i contenuti, la vita dell´università, non le formulette. Si è voluto eliminare la "mortalità universitaria", l´abbandono cioè degli studi prima della laurea. Ma il problema non è promuovere più persone possibile. Il problema è sapere se riesci a dare una formazione migliore, per la quale meritare di essere promossi. Come si sono eliminati gli studenti fuori corso? Facendoli passare tutti. Che idea... Se vogliamo eliminare anche gli ultimi che si perdono per strada potremmo fare lauree di appena due anni. Alla fine avremmo tutti laureati. E tutti asini».
Un segnale positivo arriva, secondo Lombardi, dalla decisione del Governo Prodi di staccare il ministero della Pubblica Istruzione da quello dell´Università e della Ricerca. «L´unificazione dei due ministeri aveva sacrificato la ricerca, senza la quale l´università non può esistere. Il nuovo Governo non deve per forza cancellare tutto quello che è stato deciso dal precedente. Però ci sono delle correzioni che credo debbano essere fatte. Bisogna, per esempio, che il coordinamento del tre più due venga rivisto. I due anni di laurea specialistica, che seguono i primi tre, devono essere un completamento. Un percorso in serie. Nei due anni specialistici non si devono riprendere gli argomenti già studiati nel triennio».
Lombardi mette sotto accusa i professori universitari, che troppo spesso si comportano come «una casta che difende solo sé stessa».
«Penso al proliferare di tante nuove inutili lauree. Create solo per fare posto ai professori. Cattedre insensate. Eccessivamente specifiche. Che senso ha laurearsi, che ne so, in "Diritto della tribù africana degli Yoruba"?». Per rilanciare l´Università la sfida è far proliferare nel Paese lo spirito di esperienze come quella del Collegio di Milano. «La possibilità di stare insieme. Di condividere le esperienze. Di avere formazioni trasversali, nel momento in cui l´università accentua, invece, la specificità». Integrare i diversi saperi.
Ingegneri disposti a studiare anche Filosofia. Umanisti interessati anche alla Fisica moderna. E a quello che accade intorno a loro, nella società. «Abbiamo appena terminato un corso importante sull´Africa, nel quale abbiamo esaminato tutti i punti di vista. Economici, culturali, artistici. Per capire le prospettive di un continente». Mentre il prossimo 6 giugno, alla Statale di Milano, in via Festa del Perdono, gli studenti del Collegio di Milano presenteranno un evento organizzato da loro: una giornata di "Intervista all´Africa", che si concluderà alla sera, in aula magna, con un grande concerto. Presenti Lucio Dalla e Roberto Vecchioni.


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