FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3815943
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica: "La ricerca è l´ossigeno"

Repubblica: "La ricerca è l´ossigeno"

Quali prospettive in Italia: parla Enrico Predazzi, preside della facoltà di Scienze a Torino

04/07/2006
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

L´INTERVISTA

La ricerca scientifica nelle università: quale è il suo ruolo e la sua importanza? Ne parliamo col professor Enrico Predazzi, preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell´università di Torino e presidente uscente (gli succede Nicola Vittorio) della conferenza dei presidi delle facoltà di tale area. «La ricerca, per le università, semplicemente è l´ossigeno. Per usare le parole del premio Nobel Carlo Rubbia, in essa si trovano le fondamenta della ricerca a tutti i livelli: la ricerca applicata è tale solo perché esiste la ricerca di base, non c´è ricerca di base senza ricerca universitaria, e non c´è ricerca universitaria senza i nostri ricercatori».
Quella dei ricercatori è una figura molto spesso bistrattata, quali sono le prospettive per chi decide di rimanere all´università, al termine degli studi?
«L´impegno del ricercatore è di grande responsabilità e soddisfazione. Purtroppo, però, pur svolgendo un lavoro di importanza strategica per il paese e per la sua crescita, le retribuzioni che spettano loro sono davvero scandalose. E a nulla valgono i messaggi della comunità scientifica diretti in tal senso. Inoltre, seppure non consideri sbagliato che si crei una figura di ricercatore a contratto determinato, mi pare semplicemente deplorevole che l´intero sistema si debba basare su questo ruolo privo di prospettive».
Si riferisce al nuovo profilo del ricercatore tracciato dalla riforma Moratti? Pensa che sarebbe utile l´integrazione di questa figura professionale con quella del vecchio ricercatore di ruolo?
«La questione è scegliere di allinearsi con i paesi avanzati o meno. La densità dei ricercatori in Italia è bassissima (2,82 per mille, circa la metà rispetto alla media europea - Fonte Adi, Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani), i nostri cervelli sono di gran prestigio, ma si scontrano con l´analfabetismo del sistema di reclutamento. Occorrerebbe un numero di posti elevato per ricercatori a tempo determinato, da destinare ai ragazzi a uno o due anni dalla fine del dottorato, e un numero di posti, magari leggermente inferiore, per chi scelga di continuare in questa direzione e diventare ricercatore di ruolo. Le pressioni della comunità scientifica per delle integrazioni alla nuova legge non hanno avuto riscontro, nei fatti, nelle azioni del precedente ministro. Speriamo che il nuovo governo inauguri, come ha promesso, una politica di reale sostegno alla ricerca».
Quanto serve, a evitare la fuga dei nostri "cervelli"all´estero, la devoluzione del 5 per mille richiesta dalle università per finanziare i loro progetti di ricerca?
«I pannetti caldi in testa sono utili, ma non servono a evitare che si muoia di congelamento. Così, per rivitalizzare il sistema universitario, è necessaria una reale presa di coscienza e un impegno ben diverso, da parte del mondo politico e dell´intera società. Un primo passo, per le università, è unirsi nell´impegno di comunicare e promuovere la ricerca presso la comunità scientifica e il pubblico esterno. Come proposto da Agorà scienza, centro per la diffusione e la comunicazione della cultura scientifica recentemente istituito presso l´ateneo torinese».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL