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Repubblica-La parola chiave vivere praticamente

La parola chiave vivere praticamente MARCO LODOLI Le persone della generazione a livello di...

22/06/2004
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la Repubblica

La parola chiave vivere praticamente
MARCO LODOLI


Le persone della generazione a livello di, nella misura in cui, pertanto e nonostante ciò, rifacendoci a e tenendo presente che, quelli che si sono consumati in assemblee e dibattiti, spulciando ogni ragionamento e spaccando il capello in quattro fino a rimanere calvi, probabilmente oggi si trovano in difficoltà quando debbono parlare con un ragazzo di diciott'anni. Se una volta la parolina chiave era cioé, trampolino che rilanciava il discorso sempre più avanti, oggi il termine dominante è praticamente. Qualsiasi discorso inizia con questo avverbio: anche se si tratta di commentare la poesia più rugiadosa o il sogno più sgangherato, il diciottenne attacca sempre con un fragoroso praticamente. Il linguaggio, si sa, è una spia implacabile, certi tic verbali rivelano molto dello spirito del tempo. Oggi i ragazzi hanno bisogno di riportare ogni vaga elucubrazione sulla terra, debbono per forza trovare la sua traduzione concreta. Chi si compiace di fumisterie e bizantinismi è perduto, chi crede di ipnotizzare i serpenti solo con il piffero delle frasi verrà inesorabilmente morso. I ragazzi non hanno tempo da sprecare, non si fanno incantare dalle parole vuote. A volte questo è un rischio, perché non tutto si può convertire in moneta immediatamente spendibile nella realtà, a volte il pensiero fa giri larghi, abbraccia il cielo e le nuvole, rasenta l'ineffabile e l'invisibile: però è certo che le parole alla fine debbono calarsi nella vita, altrimenti sono solo suoni fastidiosi. I miei allievi hanno qualità che io, spesso ebbro di chiacchiere, assolutamente non ho: quelli del turismo sanno organizzare un torpedone per cinquanta giapponesi che desiderano visitare la città; quelli della moda sanno disegnare e confezionare gli abiti più arditi; quelli del grafico impaginano qualsiasi testo, e lo presentano con una copertina che non fa una piega; quelli del chimico sanno costruire con i pezzi di una vecchia lavatrice un depuratore perfettamente funzionante. E quasi tutti sono in grado di riparare il motorino o il computer, da quando hanno dieci anni sanno prepararsi una cena, e in città non si perdono mai, neanche nei quartieri più sconosciuti. La vita per loro è un sudicio marchingegno fatto di rotelle, fili, ganci, incroci, un motore oleoso che bisogna saper smontare e rimontare. Ogni discorso deve essere un'istruzione per l'uso, anche i temi più vaporosi alla fine debbono produrre uno schema di funzionamento. "Praticamente, professore, Leopardi vuole farci capire che...", oppure: "Praticamente ieri al Luna Park mi sono abbastanza divertito, praticamente Marzia mi ama e io la amo...". E' una porta stretta dalla quale restano fuori le obesità mentali, i cincischiamenti ideologici, l'affettazione di chi perde troppo tempo a pulirsi scarpe e pensieri sullo zerbino. Insomma, se vogliamo farci spiegare ombre e penombre dell'universo rivolgiamoci a un cinquantenne, ma se qualche cosa nella nostra vita non funziona come dovrebbe, stiamo tranquilli: questi ragazzi sapranno come aggiustarla e farla ripartire.


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