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Repubblica-La Moratti blocca le classi islamiche

Dopo tre giorni di polemiche, la Casa delle libertà parla di vittoria contro l'apartheid. I Ds: ma ora dove andranno a scuola questi ragazzi? La Moratti blocca le classi islamiche Milano: ...

14/07/2004
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la Repubblica

Dopo tre giorni di polemiche, la Casa delle libertà parla di vittoria contro l'apartheid. I Ds: ma ora dove andranno a scuola questi ragazzi?
La Moratti blocca le classi islamiche
Milano: "sono anticostituzionali". Protestano i musulmani

TERESA MONESTIROLI
GIUSEPPINA PIANO

MILANO - Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ferma tutto: non ci saranno le cinque classi di soli bambini e ragazzi islamici, già decise in tre scuole pubbliche milanesi (un liceo, un'elementare e una media) per il prossimo anno scolastico. Non ci saranno perché sarebbero contrarie alla Costituzione. Davanti alla sollevazione di tutti i partiti della Casa delle libertà ma anche da esponenti di sinistra, dopo tre giorni filati di critiche feroci, ieri a sorpresa la direzione scolastica regionale della Lombardia ha annunciato l'abbandono del progetto. Dura la reazione dalla comunità islamica milanese. Per Abdel Shaari, presidente del Centro islamico di viale Jenner, "si sta creando un clima da guerra di religione, Milano perde una grande opportunità".
Un dietrofront arrivato dopo le polemiche scatenate dai partiti della Casa delle libertà che in consiglio comunale pretendevano la testa dei responsabili scolastici parlando di "ghettizzazzione", "nuovo apartheid", "razzismo al contrario". E chiedevano apertamente l'intervento del ministero dell'Istruzione per bloccare l'iniziativa. Ieri, a sorpresa, la stringata comunicazione della direzione scolastica regionale: "Si deve escludere la possibilità di costituire classi con soli alunni appartenenti alla stessa lingua, cultura e religione in quanto contrasterebbero con i principi e i valori costituzionali tesi a superare ogni forma di discriminazione e a valorizzare occasioni di integrazioni e di dialogo fra le culture".
Così il provveditore lombardo Mario Dutto ha azzerato il progetto delle classi composte da soli ragazzi o bimbi arabi. Progetto a cui lavorano da mesi alcuni ricercatori dell'università Cattolica e del Cisem (centro di ricerca presieduto da Giuseppe Bertagna, consulente del ministro Moratti sulla riforma scolastica), e fino a ieri sostenuto da provveditorato e ministero dell'Istruzione per affrontare la diserzione dalle scuole pubbliche di figli di immigrati arabi.
I venti adolescenti egiziani che l'anno prossimo sarebbero stati riuniti in un'unica classe al liceo statale Agnesi, 17 ragazze e tre ragazzi, finora hanno sempre e solo frequentato una scuola autogestita dalla comunità islamica milanese in via Quaranta, scuola che per lo Stato italiano semplicemente non esiste. Le loro famiglie, avvicinate dagli operatore del Cisem e dai professori della Cattolica, avevano alla fine accettato di iscriverli alla scuola pubblica solo a condizione che al principio fossero inseriti in una classe "protetta", a loro destinata, che avrebbe svolto però lo stesso programma scolastico dei compagni italiani. Quelle classi non si faranno. La dichiarazione arrivata ieri dal provveditorato è una pietra tombale sulla sperimentazione.
Lo stop annunciato dalla direzione scolastica lombarda è venuto dopo che il ministero dell'Istruzione ha giustificato la decisione con "l'esigenza di rispettare il dettato costituzionale di una scuola aperta a tutti".
Un dietrofront che i partiti della Casa delle libertà, a Milano, hanno accolto come "una vittoria della politica". Il segretario cittadino di Forza Italia, Maurizio Bernardo, ricorda che "da subito avevamo detto come questa non fosse la strada verso l'integrazione". An e Udc però pretendono comunque la rimozione del preside del liceo Agnesi dove la sperimentazione era approvata dal consiglio di istituto, Giovanni Gaglio. La Lega, con il segretario milanese Matteo Salvini, aggiunge anche la richiesta di dimissioni del provveditore lombardo Dutto. Soddisfatta anche l'Associazione docenti cattolici, il cui presidente Alberto Giannino parla di "scelta di buon senso e rispetto della normativa vigente".
Nel centrosinistra, invece, si contesta "l'occasione mancata". E sono i Ds a criticare una decisione arrivata sull'onda delle critiche e dei processi politici. La consigliera comunale Marilena Adamo: "Cosa pensano di fare adesso le istituzioni per i ragazzi e soprattutto le ragazze di via Quaranta, per le quali per la prima volta si era cercata la possibilità di frequentare una scuola pubblica?".
Amareggiati il preside Gaglio, e i professori del liceo Agnesi che nel progetto hanno creduto fin dall'inizio e che già lunedì scorso avevano iniziato a lavorare per decidere il programma scolastico della classe "islamica". "È una sconfitta soprattutto per questi ragazzi - commenta il preside - , a rimetterci saranno solo loro. Ora chiedo a questi politici come pensano di risolvere la situazione di via Quaranta".


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