PARMA - Continuano a crescere le adesioni (oltre 500 intellettuali) al documento "Grido d´allarme dall´Università di Parma" nato da un movimento di docenti «per svegliare un´opinione pubblica dormiente». Il movimento di protesta dei professori di Parma denuncia i tagli alla scuola e all´Università pubblica, la messa in discussione della Costituzione, la delegittimazione del Parlamento e della Magistratura, la precarietà delle famiglie italiane e la strumentalizzazione dei mezzi d´informazione al fine di creare un pensiero unico.
«La nostra intenzione - spiega uno dei promotori, il docente di Cardiologia pediatrica Umberto Squarcia - è unire tutto il mondo universitario italiano intorno al vuoto di ideali e cultura politica». «Perché - aggiunge - la mancanza di cultura politica si sente nel non aver riconosciuto l´importanza del 25 Aprile come ricorrenza fondante dei valori della Costituzione. Nella legge elettorale dagli stessi ideatori definita "porcata". Nel non aver affrontato il nodo del conflitto d´interesse». Si tratta di un movimento sostenuto dai nomi noti della Cultura italiana «non contro Berlusconi, ma contro il berlusconismo».
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