SALVO INTRAVAIA
ROMA - Il ministro Mariastella Gelmini la definisce «una giornata storica». Via alla riforma della scuola, oggi, con la prima campanella per oltre tre milioni di studenti, ma è un debutto tra un rumore assordante di polemiche. La rabbia dei precari, le critiche alla scuola coi simboli leghisti e dalla festa del Pd Pierluigi Bersani parla di «licenziamento di massa» dei precari e di «emergenza nazionale» per l´istruzione.
«La scuola italiana - dichiara la Gelmini - cambia e parte la riforma che era attesa da decenni. Viene completamente ridisegnata la struttura della superiore, all´insegna della chiarezza e della modernità». Oggi partono i nuovi licei, i nuovi istituti tecnici e professionali che consentiranno, nota il ministro, «maggior collegamento tra scuola e lavoro, più attenzione alle materie scientifiche, più inglese e rilancio dell´istruzione tecnica e professionale». Ma viene anche messo alla prova il tetto del 30 per cento, caldeggiato dalla Lega, di alunni stranieri per classe, e parte pure il countdown sulle assenze alle superiori: massimo 50 giorni in un anno, pena l´automatica bocciatura senza appello.
A tenere banco in queste ore è la polemica sul nuovo polo scolastico di Adro (Brescia), dedicato all´ideologo della Lega Gianfranco Miglio. L´esposizione del "Sole delle Alpi" (simbolo della Lega) su banchi, vetrate e perfino sullo zerbino non è andato giù neppure alla ministra di Leno. «Francamente, il sindaco di Adro ci ha abituato ad un centro folklore, ad un certo estremismo, che ovviamente io come ministro dell´Istruzione - dice la Gelmini - non condivido, ma forse nemmeno tutto il partito della Lega può condividere esasperazioni che non fanno bene neanche a quel movimento». Una vicenda, questa di Adro, che Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, bolla come «inqualificabile» e da «ventennio» fascista.
L´inquilino di viale Trastevere si sofferma anche sulla prima B dell´elementare Laparelli di Roma, con 19 bambini stranieri e neppure un italiano. «Abbiamo introdotto una regola, andrò a verificare nel caso di specie come mai ci ritroviamo con una classe di soli immigrati». «Il tetto del 30 per cento - spiega - serve per evitare che alcune classi diventino classi ghetto». E mentre Bersani definisce il taglio di 133mila posti in tre anni varato dall´esecutivo come «il più grande licenziamento di massa della nostra storia», la Gelmini apre ai precari parlando «150mila assunzioni in otto anni». Per risolvere il problema del precariato l´unica soluzione è il numero programmato introdotto dalle nuove regole per il reclutamento annunciate tre giorni fa. «Entro il 2018 assorbiremo 220 mila precari» assicura il ministro. Ma una pubblicazione dello stesso dicastero la smentisce: serviranno forse 15 anni.
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