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Repubblica-L'Italia a scuola è all'ultimo banco

L'Italia a scuola è all'ultimo banco CORRADO AUGIAS C aro Augias, circa dieci giorni fa l'Ocse ha pubblicato una nuova versione dello studio "Pisa" che valuta la capacità degli...

19/12/2004
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la Repubblica

L'Italia a scuola è all'ultimo banco
CORRADO AUGIAS

C aro Augias, circa dieci giorni fa l'Ocse ha pubblicato una nuova versione dello studio "Pisa" che valuta la capacità degli studenti di 15 anni in vari campi e vari paesi (campione di 250.000 studenti, 41 paesi). In Germania ed in Belgio, dove lavoro, questo studio ha lanciato un dibattito nazionale con discussioni e talk show alla televisione e lunghi articoli di stampa. In effetti, questi paesi si trovano a metà classifica e la cosa ha molto preoccupato l'opinione pubblica. In Belgio c'è in più la differenza di risultato tra valloni e fiamminghi (risultati migliori). L'Italia galleggia a fine classifica: 31esimi in matematica (su 41!), 29esimi nella lettura e 27esimi nelle scienze. Ma questo non preoccupa Porta a Porta , né la maggioranza della stampa. La mia perplessità è fortemente aumentata quando ho letto nella Repubblica di martedì 14 dicembre un articolo a tutta pagina di Federico Rampini ispirato da questo studio, ma centrato sul raffronto tra Cinesi e Americani.

L'articolo -molto buono - dà solo un piccolo riferimento al fatto che, se l'orgoglio degli Stati Uniti ha subìto quest'anno un duro colpo visto che sono scivolati al 28esimo posto, gli studenti italiani sono ancora più arretrati di quelli americani (tra l'altro in tutte e tre le classifiche). Possibile che noi si sia tanto indifferenti di fronte a risultati così deprimenti?

Fabio Colasanti

Bruxelles

"Pisa" è acronimo per Programme for Internation Student Assessment. In testa alla classifica si trovavano Finlandia, Hong Kong e Olanda. Per la prima volta erano inserite due città della Cina comunista (Hong Kong e Macao) risultate rispettivamente prima e nona. Tra i paesi europei la Finlandia era prima per la voce studio della matematica. L'Italia purtroppo è scivolata agli ultimi posti. Peggio di noi, in ambito Ue, solo la Grecia, nella totalità dei paesi: Serbia, Turchia, Uruguay, Thailandia, Messico, Indonesia, Tunisia, Brasile. La classifica viene stilata dopo aver sottoposto decine di migliaia di ragazzi a test di matematica, scienze e lettura. Perfino in quest'ultima disciplina siamo retrocessi dalla 20esima alla 25esima posizione. Inquietanti i risultati molto mediocri dei test di matematica centrati non su criteri nozionistici bensì sulla capacità di elaborare soluzioni innovative sulla base di cognizioni note. Cattive notizie anche per quel che riguarda ricerca e innovazione. Investiamo nella conoscenza di base solo il 2 per cento del Pil.

Peggio di noi solo Portogallo, Polonia, Messico e Grecia. Guida la classifica un altro paese scandinavo, la Svezia, con il 7.2 per cento. La scuola italiana in definitiva vale poco e in queste condizioni ci siamo limitati ad una riforma abborracciata e, soprattutto, fatta senza mezzi, solo per dire che era stata fatta. Perché, chiede il signor Colasanti, queste notizie non hanno suscitato un maggiore scandalo? La mia impressione è che ci sia stanchezza, una generale rassegnazione all'idea del declino. L'unico che cerchi di dare qualche colpo di frusta sugli stanchi garretti del paese sembra il presidente Ciampi che a 84 anni (auguri, presidente) va fino in Cina non a dare pacche sulle spalle ma a cercare qualche buon contratto. Per il resto direi che si pensa solo a vincere le elezioni, a qualunque costo.


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