Repubblica L'inglese a scuola e i contributi al calcio
CORRADO AUGIAS C aro Augias, sono un'insegnante di inglese. L'anno prossimo grazie alla riduzione del...
CORRADO AUGIAS
C aro Augias, sono un'insegnante di inglese. L'anno prossimo grazie alla riduzione delle ore di inglese diventerò soprannumeraria. Ho due figli, a stento i soldi bastano. Mi si chiede di contribuire a salvare il calcio, di mantenere i miliardari del pallone e gli speculatori che girano intorno. C'è un minimo di giustizia a questo mondo?
Gianna Pipitone, Marsala (Tp)
gianna-pipitone@hotmail. com
Dottor Augias, insegno inglese. Leggo: "Berlusconi promette aiuti al calcio" (anche Fini lo ritiene doveroso). E poi: "Il governo conferma: con la riforma dimezzate le ore di inglese nelle medie". Ma sì, tagliamo risorse alla scuola e aiutiamo i poveri calciatori milionari, che importa se i precari staranno a casa, e gli altri, di ruolo, dovranno peregrinare per fare cattedra; se i ragazzi dovranno frequentare scuole private di lingua per acquisire una competenza accettabile e se le famiglie dovranno sborsare fior di euro.
Katia Calì, Salerno
kccali@tin. it
Caro Augias, a seguito della riduzione delle ore di insegnamento di Inglese il sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea ha detto: "L'obiettivo fondamentale è quello di migliorare la qualità, piuttosto che la quantità degli insegnamenti, quello che conta sono le competenze conseguite alla fine dei percorsi formativi, e non le ore di insegnamento erogate". Ho sempre pensato che una lingua si impari parlando. Mi chiedo se il sottosegretario sappia di cosa sta parlando.
Ben Altieri
benaltieri@libero. it S arebbe un vaudeville, se non fosse un'altra piccola tragedia. Si promette in campagna elettorale più inglese nelle scuole (insieme ad altre due "I" che non ricordo cosa fossero). Poi si scopre che non si faranno più ore d'inglese, se ne faranno la metà. Potrebbe essere un criterio. Se per esempio si dicesse: ci siamo resi conto che l'inglese in realtà non serve, abbiamo cambiato idea, cose di questo tipo. Intollerabile è il raggiro, il tentativo truffaldino di far scivolare la cosa sotto banco e sotto silenzio. Con i rappresentanti dell'opposizione che vanno in Tv e queste cose nemmeno le sanno e uno si chiede perché accettino di andare.
Invece dell'inglese (e di cento altre cose che servirebbero) si garantiscono aiuti al calcio. Tralascio l'aspetto europeo che vieta aiuti di Stato di questo genere. Tralascio il conflitto aperto tra il presidente del Milan e quello del Consiglio che sta garantendo aiuti a se stesso, non fossero bastate le varie leggi sulla "giustizia". Dedico una parola alla motivazione data: se non aiutiamo il calcio scoppia la rivoluzione. Certo l'orribile serata romana cade a proposito, quelle parole adesso sembrano una profezia. Ma è nelle decisioni difficili che si vede il governante di rango. Se il timore della "rivoluzione" è reale, non è questo uno dei casi in cui l'uomo di Stato compare in Tv e spiega con la forza della ragione, dei numeri, della maggioranza trasversale del Paese, che prima del calcio vengono case, scuole, ospedali, acquedotti e compagnia cantando? Che chi guadagna miliardi i problemi se li deve risolvere da solo? E che chiedere anche un solo euro di tasse a chi fatica ad arrivare a fine mese è immorale prima che ingiusto? Forza presidente, un po' di quel coraggio che è mancato a Nassiriya, mostriamolo adesso.