Repubblica: "L´embrione ha dignità di uomo" bioetica, ecco tutti i no del Vaticano
Nuovo documento con l´ok di Ratzinger. "Più limiti per la fecondazione"
L´uso di materiale embrionale viene concesso solo ai genitori per i vaccini dei figli
MARCO POLITI
CITTA´ DEL VATICANO - Nessun passo avanti per la ricerca con le cellule staminali embrionali, nessuna apertura alla diagnosi prenatale nemmeno per gli embrioni affetti da gravi malattie, nessun adeguamento alle pratiche di fecondazione artificiale in uso in tutto il mondo e nella maggior parte delle cliniche cattoliche del pianeta. Il nuovo documento sulla bioetica, promulgato dalla Congregazione per la Dottrina della fede e approvato personalmente da Benedetto XVI, esce dopo lunghi anni di studi e l´esito è soltanto una sfilza di no con la pretesa di basarsi sulla «legge morale naturale» e sulla «ragione».
Il punto di partenza è la convinzione che l´ovulo fecondato, lo zigote, sia già persona umana, secondo la tesi ripetuta ossessivamente da anni dalle gerarchie ecclesiastiche. Ma è esattamente il punto dogmatico su cui gli scienziati hanno forti dubbi: considerare persona il primo gruppo di cellule - la blastocisti - quando ancora non c´è cuore, cervello, spina dorsale e sistema nervoso cozza contro l´osservazione della natura.
L´istruzione "Dignitatis personae" non ha tuttavia il coraggio di affermare a chiare lettere che l´embrione è persona. «Ci sono troppi problemi di ordine filosofico e giuridico - spiega monsignor Rino Fisichella, presidente dell´Accademia pontificia per la Vita - ma diciamo che è un´affermazione implicita». La soluzione scelta è di proclamare che l´embrione ha «fin dall´inizio la dignità propria della persona».
Dalla premessa scaturisce lo sbarramento di veti. Non è lecita la crioconservazione degli embrioni. «Sono inaccettabili le proposte di usare tali embrioni per la ricerca o destinarli a usi terapeutici» oppure donarli a coppie sterili. Non è lecito il congelamento degli ovociti. «Riprovevole» è la diagnosi pre-impianto, perché porterebbe alla distruzione degli embrioni considerati malati. Alla preoccupazione dei genitori di dare alla luce bimbi affetti da malattie mortali, il documento replica che non si può seguire una «mentalità eugenetica».
In nome dell´intangibilità dogmatica dell´embrione viene persino ribadito il divieto della pillola del giorno dopo, che impedisce l´annidarsi nell´utero dell´ovulo fecondato e che dal punto di vista scientifico non può essere considerato ancora embrione.
«Il documento incoraggia la ricerca biomedica che rispetta la dignità di ogni essere umano e nel contempo esclude, come eticamente illecite, diverse tecnologie biomediche e sarà probabilmente accusato di contenere troppi divieti», ha ammesso il nuovo segretario della Congregazione per la Dottrina della fede monsignor Ladaria Ferrer.
«Il desiderio di un figlio non può giustificarne la "produzione"», afferma l´Istruzione vaticana nella parte riguardante la procreazione assistita. Esclusa ogni liceità della fecondazione in vitro, resta come unico metodo ciò che nella conferenza stampa è stato chiamato pudicamente in inglese semen collection device. Più terra terra, è un profilattico bucato che il coniuge deve mettersi per compiere un «atto coniugale», già sapendo che un minuto dopo i medici si precipiteranno a raschiare il preservativo per utilizzarne lo sperma ai fini della fecondazione vera. Ma il principio (o l´ipocrisia) è salvo. L´amplesso con il profilattico bucato garantisce ipoteticamente una fecondazione naturale e comunque il seme è ottenuto «lecitamente». Assicura la dottoressa Luisa di Pietro, dell´Università cattolica, che questo è il sistema in uso al Gemelli.
Chiudono il documento i divieti delle ricerche scientifiche nel campo della clonazione, degli ibridi, delle cellule staminali embrionali. Gli scienziati cattolici sono invitati a non utilizzare «materiale illecito», ottenuto magari dall´estero. Sono giustificati soltanto i genitori che, per forza maggiore, usano per i figli vaccini, basati su materiale embrionale.