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Repubblica-L'adolescenza difficile che la scuola trascura

L'adolescenza difficile che la scuola trascura CORRADO AUGIAS C aro Augias, sono uno psicologo d...

17/05/2005
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la Repubblica

L'adolescenza difficile che la scuola trascura
CORRADO AUGIAS


C aro Augias, sono uno psicologo di 35anni con formazione psicoterapeutica e psicoanalitica infantile e dell'adolescenza, scrivo in merito all'argomento dei giovani autori di varie nefandezze di cui la cronaca ha dovuto riferire. Sottolineo quanto sia importante recepire il prima possibile le forme del disagio in età evolutiva. Tali forme di sofferenza dall'infanzia alla "tarda adolescenza" si manifestano in molti modi dai disturbi psicosomatici e disregolazioni affettive sino ai gravi disturbi di personalità.

Oltre e forse più della famiglia è la scuola che ha il punto d'osservazione migliore. Purtroppo servizi pubblici e convenzionati non hanno i fondi necessari all'attivazione di percorsi terapeutici adeguati. Ho spesso notato anche una tendenza alla sottovalutazione di segnali importanti, talvolta macroscopici, di disagio psichico. Una mancata attenzione a questi segnali è un'omissione grave; le conseguenze sullo sviluppo della personalità e del `sé' sono evidenti agli occhi del clinico e purtroppo della società.

Dei gravi episodi cui si fa riferimento sono spesso protagonisti adolescenti molto disturbati. Riguardano in gran parte quelle aree sociali e quegli individui di cui "ci si accorge" solo quando mandano segnali non più ignorabili. Purtroppo in una società dove "il Pil cala perché si va in vacanza a Pasqua", ci si convince che gli adolescenti sono feroci perché vedono film violenti, ascoltano il rock e si fanno il piercing.

Pier Christian Verde

pieverde@tiscali.it

I disturbi adolescenziali, quel tipico sentimento d'insicurezza da cui può scaturire l'aggressività, sono noti agli psicologi, agli studiosi della società e anche alla letteratura, sappiamo dunque da molte fonti che quei comportamenti sono sempre esistiti. Per fare alcuni esempi, la malvagità di Franti in 'Cuore' di De Amicis, espone esattamente il quadro di un giovane teppista deviante rispetto alla maggioranza dei suoi compagni e, ancora di più, ai canoni repressivi della società in cui vive. Anche 'I ragazzi della via Pal'di Molnàr dà un quadro analogo di crudeltà collettiva e inconsapevole nei confronti del più debole del gruppo. Così 'Il signore delle mosche' di William Golding dove un gruppo di bambini ridotto dalle circostanze allo stato di natura dà prove impressionanti di ferocia individuale e collettiva.

Dov'è allora la specificità dei frequenti comportamenti paracriminali nei giovani d'oggi? (non sto parlando dei casi più gravi, sia chiaro). Il primo elemento è la loro frequenza sicuramente più alta; in una società di massa tutto tende a diventare di massa. Il secondo elemento che rende più frequenti quei comportamenti è il dilagante feticcio dei consumi e dunque del denaro. Il giovane teppista che punta il coltello alla gola del suo coetaneo per strappargli il giubbetto griffato, il motorino o il cellulare è spinto da impulsi forti indotti dai modelli prevalenti, in primis la pubblicità.

A questo bisogna aggiungere l'atmosfera priva di stimoli culturali o etici che si respira in numerose famiglie; una scuola senza mezzi, anzi ridotta in molti casi al lumicino, nella quale si è tentato d'immettere un'ideologia 'aziendalistica' che nelle condizioni date rischia di diventare grottesca, caricatura di ciò che si vorrebbe suggerire, quanto di peggio.


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