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Repubblica: "Italiani troppo tempo sui banchi ma imparano meno degli altri"

L´Ocse: pochi fondi. Gelmini: confermata la necessità di riforme. È polemica

08/09/2010
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la Repubblica

LAURA MONTANARI

ROMA - Siamo fra i Paesi che investono meno sulla scuola e quelli che pagano peggio gli insegnanti. I nostri alunni (fra i 7 e i 14 anni) passano troppe ore fra i banchi: 8.200 rispetto a una media Ocse di 6.777, ma a questo non corrisponde nella hit della valutazione un migliore apprendimento. Abbiamo classi affollate (22 allievi contro la media Ocse di 18) e il rapporto studente/insegnante è tra i più bassi (10,6 nelle elementari). È una foto sgualcita e piena delle solite ombre, la scuola e, più in generale, il pianeta istruzione in Italia, visto dalle statistiche dell´ultimo rapporto sull´educazione dell´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Fra gli indici in crescita, il balzo dei laureati fra i 24 e i 34 anni, ma è legato ai diplomi triennali (dato 2008). Se si va a vedere la popolazione adulta, l´Italia ha il 14% dei laureati, battuta da una media Ocse che è esattamente il doppio e con gli obiettivi fissati da Bruxelles per il 2020 che sembrano davvero molto lontani: raggiungere la quota del 40% dei diplomati universitari. Secondo il ministro dell´istruzione, Mariastella Gelmini, i numeri del rapporto confermano le valutazioni del governo sul sistema scolastico e la necessità «di proseguire sulle riforme ottimizzando le risorse».
Ancora i numeri. L´Italia investe nell´istruzione il 4,5% del Pil contro una media Ocse del 5,7%, peggio - fra i Paesi industrializzati - riesce a fare soltanto la Repubblica Slovacca. Siamo fanalino di coda anche nella spesa pubblica per la scuola: 9% contro il 13,3 dell´Ocse. Non solo. La gran parte della spesa corrente se ne va per le retribuzioni del personale docente e non (10 punti percentuali sopra la media Ocse) e questo malgrado gli stipendi di chi sta in cattedra siano molto bassi: un maestro elementare in Italia guadagna poco più di 26.000 dollari l´anno a inizio carriera, contro una media di quasi 29.000. A fine della carriera, il suo stipendio sale a 38.381 dollari, ma la media nei Paesi Ocse è salita a 48.000 dollari, cioè quasi 10 mila euro in più. Lo stesso vale per il professore delle scuole medie (che guadagna tra i 28.098 dollari iniziali e i 42.132 di fine carriera) e per il docente delle superiori: quest´ultimo, tra gli insegnanti italiani, ha l´aumento più consistente, passando nel corso della carriera da 28.098 dollari a 44.041, ma la media dei suoi colleghi di altri Paesi passa da 32.500 dollari a oltre 54.700. «Per migliorare l´istruzione - dice il ministro Gelmini - è indispensabile che la retribuzione dei docenti sia basata sul merito e non esclusivamente sull´anzianità di servizio». Davanti alle cifre del rapporto la reazione della Cgil-Flc: «I dati Ocse bocciano le politiche del governo» spiega il segretario Mimmo Pantaleo, sottolineando come «giustamente» l´Ocse sostenga che l´istruzione è la migliore risposta alla crisi: «Invece l´Italia ha tagliato risorse, pari a 8 miliardi di euro in tre anni alla scuola e 1,3 miliardi all´università. Per il governo l´istruzione è un costo e non una risorsa strategica per guardare al futuro».


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