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Repubblica it: Università-governo, tempo scaduto "Scioperiamo il 17 e 20 novembre"

Si ferma il personale degli atenei e il comparto della ricerca: "Altro che investimenti..."

18/10/2006
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la Repubblica

Due le manifestazioni annunciate dai sindacati che ribadiscono il loro no
alla Finanziaria. Pecoraro Scanio: "I tagli alla scuola sono inaccettabili"

ROMA - Il tempo a disposizione sembra essere scaduto. L'Università apre il primo solco nei rapporto non proprio idilliaco con il governo e annuncia due giornate di sciopero generale: il 17 novembre per il personale dell'università e il 20 novembre per il comparto della ricerca, con due manifestazioni davanti a Parlamento e Palazzo Chigi.
Ad indire le proteste i sindacati confederali dell'università e della ricerca (Flc-Cgil, Cisl-Fir, Cisl-Università, Ulipa-Ur) che, in questo modo, ribadiscono il proprio netto "no" alla legge finanziaria. Una legge, denunciano, che "porta avanti una vera e propria opera di 'killeraggio' verso gli enti di ricerca pubblica e l'università". Ad illustrare le ragioni delle due proteste nazionali, i segretari dei sindacati confederali.
Due le emergenze principali indicate dagli esponenti sindacali: l'emergenza legata al precariato, che la finanziaria "non risolve in alcun modo", e la "cronica insufficienza" dei fondi. "Vogliamo riaprire una discussione - ha affermato il segretario Flc-Cgil Enrico Panini - che cambi radicalmente il profilo di questa finanziaria. Due in particolare i punti di contestazione che ci hanno spinto alle due giornate di sciopero: non ci sono - ha spiegato anche a nome degli altri sindacati - risposte per migliaia di precari che garantiscono il funzionamento di istituzioni importanti come università ed enti di ricerca, mentre i fondi stanziati sono addirittura minori rispetto al 2005 ed alcune scelte delle finanziaria su enti e retribuzione della docenza universitaria sono totalmente sbagliate".

I sindacati si mostrano dunque compatti nel promuovere una protesta dura contro questo governo: "vogliamo discutere - ha detto Panini - ma nel frattempo dimostriamo concretamente che non siamo d'accordo con scelte e soluzioni che vanno in una direzione opposta rispetto all'obiettivo prioritario di investire nella conoscenza". Proprio questo è il nodo essenziale: "bisogna investire nella conoscenza - ha concluso Panini - perchè in questo modo si crea un equilibrio a livello europeo e mondiale; scegliere un'altra direzione significa non avere un futuro e questo noi non lo consentiremo mai".
E a dimostrazione che il problema è serio anche nella maggioranza lo dimostrano le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che interviene sul caso più generale della scuola: "Va bene la svolta verde in finanziaria ma ci sono norme che vanno riscritte meglio, anche sulle tasse probabilmente sono stati presi degli svarioni e il taglio sulla scuola, se c'e', e' una cosa assurda che per quanto ci riguarda e' inaccettabile''.
''E' preoccupante poi - ha aggiunto il ministro - che un ministro della Repubblica apra il giornale e debba scoprire ogni giorno che un pezzo di finanziaria che gli e' stata raccontata dal ministero in un certo modo invece e' un po' diversa''.
( 17 ottobre 2006)

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