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Repubblica it: Università, due miliardi in 3 anni. "Più controlli e incentivi alla ricerca"

Il ministro Mussi illustra i termini della Finanziaria. Operazione "Pacchetto serietà": stop alla proliferazione degli atenei telematici. L'annuncio: "Presto un ddl per istituire la terza fascia di docenza per i ricercatori"

04/10/2006
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la Repubblica

di MASSIMILIANO PAPASSO

ROMA- Stop alle università telematiche e a nuovi corsi di laurea, la nascita di un'agenzia indipendente che si occupi di valutazione, pesanti investimenti nel campo della ricerca e nessun taglio per le università. Il ministro Mussi scopre le carte sui provvedimenti che riguardano università e ricerca della legge Finanziaria. Una serie di provvedimenti in gran parte già annunciati, che se da un lato secondo il ministro "pongono le basi per una svolta nella vita accademica italiana", dall'altro "lasciano irrisolti alcuni punti di sofferenza, come quello del finanziamento agli atenei, e che in futuro dovranno essere affrontati".

Scongiurata in ogni caso l'ipotesi di possibili tagli al sistema universitario, dopo le furenti proteste estive degli atenei in seguito al decreto Bersani.

Pochi soldi alle università. Nel corso del suo lungo tour nelle università italiane, Mussi aveva detto ai rettori che gli chiedevano una maggiore attenzione finanziaria di non aspettarsi miracoli. E infatti, almeno per quanto riguarda il fondo di finanziamento ordinario, la Finanziaria concede ben poco: rispetto al 2006 l'Ffo passerà da 6.920 milioni di euro a 7.014 milioni, con una crescita pari a 94 milioni, che per stessa ammissione del ministro Mussi "lascerà i nostri atenei ancora in sofferenza visto che c'è un incremento che è appena la metà dell'inflazione ".

Una condizione di emergenza aggravata anche dalla riduzione degli incrementi automatici biennali per i professori universitari, e dai tagli (circa 200 milioni di euro secondo le università) imposte a luglio dal decreto Bersani sui consumi intermedi, che però il ministro spera di poter alleggerire nelle prossime settimane.

Stop alle telematiche e ai nuovi atenei. Mussi ha racchiuso una serie di provvedimenti per arginare il fenomeno della proliferazione di nuove università in un pacchetto che ha denominato "serietà". In primo luogo ci sarà una ridefinizione dei criteri per il riconoscimento dei nuovi atenei telematici e una verifica di quelli già esistenti. Semaforo rosso anche per i nuovi corsi di laurea e le sedi distaccate delle università: non sarà più possibile aprire poli didattici o nuovi insegnamenti al di fuori del comune in cui l'ateneo ha sede legale.

Cambiano anche le regole per la convenzioni con gli atenei che potranno riconoscere al massimo 60 crediti ai propri studenti per una laurea triennale e in ogni caso non a determinate categorie professionali.

Un'agenzia per la valutazione. Si chiamerà 'Anvru' (Agenzia Nazionale della Valutazione Università e Ricerca) e avrà il compito di valutare il lavoro sia degli enti di ricerca che delle università con una copertura finanziaria di 5 milioni di euro. "Sarà un organo autonomo sia dal potere politico che dagli atenei - ha puntualizzato Mussi - proprio per assicurare una valutazione il più possibile oggettiva". Proprio in base ai report dell'agenzia, infatti, il ministero provvederà alla distribuzione dei finanziamenti alle università, che non saranno più a pioggia (cioè pressoché uguali per tutti) ma che terranno conto dei risultati raggiunti sia nel campo della ricerca che in quello della didattica.

Sconti sugli affitti. Gli studenti fuori sede riceveranno un credito d'imposta per l'affitto di una casa se la sede universitaria in cui si recheranno disterà almeno 100 km dal luogo di residenza. Uno sconto che secondo il ministero farà risparmiare alle famiglie italiane qualcosa come 2.633 euro l'anno e che cercherà anche di far riportare alla legalità gli affitti in nero pagati da moltissimi studenti. La Finanziaria inoltre prevede un intervento anche in favore dell'edilizia universitaria e delle residenze studentesche che potranno contare su 147 milioni di euro invece dei 117 previsti per il 2007 dal precedente governo di centrodestra.

Novità per i ricercatori. Uno sforzo notevole è poi stato destinato nei confronti della ricerca. Innanzitutto verranno unificati in un solo organo, il 'First' (il Fondo per gli Investimenti in Ricerca Scientifica e Tecnologia), i quattro precedenti fondi finanziari, così da poter immettere già nel 2007 qualcosa come 600 milioni di euro. Risorse che nel complesso si prevede possano toccare quota 2 miliardi nell'arco di un triennio. Più fondi dunque ma anche nuove risorse umane. A partire dal 2008 gli Enti di ricerca potranno assumere giovani ricercatori nel limite dell'80% del loro budget, mentre grazie ad un piano straordinario di assunzione triennale di circa 140 milioni di euro i nuovi ricercatori saranno più di duemila, a cui sarà anche riconosciuto lo status di docente di terza fascia.

"Resto al mio posto". "Complessivamente sono soddisfatto dei risultati raggiunti - ha commentato Fabio Mussi - soprattutto se si tiene conto delle condizioni in cui siamo stati costretti ad operare. Certo, i soldi destinati al finanziamento delle università sono pochi, forse troppo, ma nel complesso credo che si tratti di una buona Finanziaria". Ipotesi dimissioni visto che l'Ffo non riuscirà a risarcire gli atenei dei tagli imposti dal decreto Bersani? "Le risorse sono aumentate anche se non quanto avrei desiderato - conclude - All'epoca della mia provocazione la prospettiva era quella di un definanziamento del sistema universitario. Adesso al massimo ci troviamo davanti ad un finanziamento insufficiente. Si è fatto quel che si è potuto e per questo resto qui al mio posto".


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