Repubblica it: Tetto del 30% agli studenti "stranieri", in ballo 500 scuole, quasi tutte al Nord
numeri del ministero indicano che il problema esiste soprattutto nel Settentrione Una ricerca della Moratti dimostrava che gli italiani vanno meglio in classi multietniche
Salvo Intravaia
ROMA - Il tetto al numero di stranieri in classe è una partita quasi tutta padana. I dati sulla presenza nelle aule scolastiche degli oltre 629mila alunni con cittadinanza non italiana lo indicavano già: nelle otto regioni più settentrionali ce ne sono quasi 411 mila, il 65 per cento del totale.
E a confermarlo arrivano anche i numeri diffusi ieri sera da viale Trastevere sulle scuole con una presenza di allievi stranieri superiore al 20 per cento e su quelle che superano addirittura il 30 per cento. E a conti fatti, si può affermare che al Nord una scuola su tre ha più del 20 per cento di alunni stranieri.
Nello scorso anno scolastico, comunicano da Palazzo della Minerva, "490 sono state le istituzioni scolastiche, concentrate soprattutto al Nord, che hanno avuto una presenza di alunni con cittadinanza non italiana superiore al 30 per cento, mentre 1.103 sono state quelle, sempre in prevalenza al Nord, con presenza di allievi stranieri pari al 20/30 per cento".
In totale, dunque, si tratta di 1.593 istituzioni scolastiche quasi tutte nel settentrione d'Italia, dove in totale si contano 3.686 scuole. Le cifre ufficiali del ministero sono contenute nella circolare sulle "Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana", che ha riportato la scuola al centro del dibattito politico. Questa volta per il tetto del 30 per cento al numero di alunni stranieri introdotto, a partire dal prossimo anno scolastico, dal ministro Mariastella Gelmini. "Non certo per un problema di razzismo ma per un problema soprattutto didattico", ha dichiarato la stessa Gelmini che, con questo provvedimento, intende "favorire l'integrazione", evitando "la formazione di classi ghetto con soli alunni stranieri".
Ma un documento elaborato nel 2005 dal ministero dell'Istruzione ai tempi di Letizia Moratti sembra confutare questa tesi. Quel documento affermava che l'aumento della percentuale degli studenti stranieri in classe non incideva sul tasso di promozione. Anzi la presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane migliora anche i risultati degli alunni italiani. Nelle scuole elementari di medie dimensioni (con oltre 300 alunni), pur essendo inferiore a quello dei compagni italiani, il tasso di promozione degli alunni stranieri aumenta man mano che cresce la presenza degli stranieri stessi in classe.
Alle medie le cose vanno diversamente. Ma la percentuale di alunni italiani promossi a fine anno è maggiore nelle scuole elementari e medie con almeno un alunno straniero rispetto alle scuole dove non ci sono alunni di altre nazionalità. E, di nuovo, la variazione sul tasso di promozione al crescere della percentuale di stranieri in classe è poco significativa, quando non aumenta addirittura.