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Repubblica it: Supplenti, la minaccia dei sindacati "Denunciamo i presidi che non pagano"

Violenta polemica per i precari della scuola. I dirigenti scolastici sotto accusa pronti a ricorrere alla "dichiarazione di fallimento". Domani (oggi) Fioroni alla Camera

24/04/2007
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la Repubblica

Violenta polemica per i precari della scuola. I dirigenti scolastici sotto accusa
pronti a ricorrere alla "dichiarazione di fallimento". Domani Fioroni alla Camera

Supplenti, la minaccia dei sindacati "Denunciamo i presidi che non pagano"

di SALVO INTRAVAIA

Non si placa la disputa sui tagli alle supplenze brevi. Tra gli insegnanti ci sarebbero troppi assenteisti, lo confermerebbe un recente monitoraggio. Parola di Padoa-Schioppa. In questo clima, i sindacati minacciano di denunciare i presidi che non pagano i supplenti. I dirigenti scolastici minacciano di 'dichiarare fallimento' mentre si apre la polemica politica.
Pochi giorni fa, dalle pagine di un quotidiano, il presidente della commissione Cultura della Camera, Pietro Folena (Prc), esorta il premier a destinare parte del 'tesoretto' per le emergenze della scuola. "Mi appello a Prodi, usi il tesoretto per la scuola" ha scritto Folena. E mentre la polemica impazza, gli unici a farne le spese continuano ad essere i supplenti, che continuano a non prendere lo stipendio, i precari tagliati fuori dalle supplenze ma, soprattutto, gli alunni che al posto dell'insegnante si devono accontentare spesso di soluzioni tampone: essere trasferiti in altre classi o accorciare la giornata scolastica. Ore di lezione che bambini e ragazzi perdono e che non saranno più recuperate.

Intanto vengono chiamati in causa il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, e il collega della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. Il primo durante il question time di mercoledì scorso alla Camera non ha lasciato spazio a troppe speranze. Emanuela Ghizzoni (ed altri firmatari), dell'Ulivo, ha chiesto a Padoa Schioppa 'se il ministero non intenda adottare un piano pluriennale di assorbimento del debito pregresso delle scuole e se non intenda imputare nel proprio bilancio le spese per le supplenze legate alla maternità'. Sui 540 milioni di euro destinati dal governo alle supplenze brevi e saltuarie (quelle di pochi giorni o qualche settimana) - tagliate dal governo Berlusconi di 291 milioni - gravano anche le supplenze per sostituire le insegnanti in maternità.
Periodi di astensione dal lavoro che durano anche mesi e che fanno saltare tutti le previsioni di spesa. In più, le scuole negli anni passati per pagare i supplenti si sono indebitate fino al collo accumulando ben 500 milioni di debiti. Insomma, mentre si chiede ai cittadini di incentivare le nascite quando la mamma è una maestra o una professoressa per la scuola diventa una disgrazia. La risposta di Padoa Schioppa alla sollecitazione è stata a dir poco sibillina. "Le spese per supplenze brevi - risponde il titolare dell'Economia - sono state fissate dalla legge in 565 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2006. Questo importo è stato ridotto di 25 milioni, a decorrere dal corrente anno, in applicazione della legge finanziaria per il 2007, che prevede l'obiettivo di ricondurre gli scostamenti più significativi delle assenze ai valori medi nazionali. Ci sono buone ragioni per avere dubbi sulla validità di questi scostamenti e ritenere, quindi, che un migliore controllo possa ridurre quelle assenze.
Il Ministero della Pubblica istruzione ha attivato un monitoraggio dal quale è emersa una situazione molto diversa da regione a regione". In buona sostanza, in alcune regioni italiane gli insegnanti si ammalerebbero troppo e i dirigenti scolastici hanno la colpa di non vigilare abbastanza. Opinione che non farà certo piacere a sindacati e personale della scuola. E domani in VII commissione alla Camera sarà la volta dell'inquilino di viale Trastevere a spiegare come intende risolvere la questione.
( 23 aprile 2007)


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