Repubblica it: Sul "red carpet" con gentilezza
l'Onda, in effetti, rende bene l'idea delle mille facce che questa protesta degli studenti sta assumendo.
di ANGELO MELONE
Il nome lo hanno trovato da soli, precedendo la corsa degli organi di informazione a dare l'ennesima definizione di "generazione...". E l'Onda, in effetti, rende bene l'idea delle mille facce che questa protesta degli studenti sta assumendo.
La prima - forse la più sorprendente - il rapporto disincantato e sereno con una parte dei loro professori (negli atenei, e molto spesso anche nelle scuole). Saranno tutti soggetti pericolosi, questi docenti che dialogano, ma di sicuro chi continua a parlare di nostalgie e scimmiottamenti del '68 (e tanto più del '77) dovrebbe interrogarsi. E si scoprirebbe a dir cose paradossali solo assistendo alla giornata intera di lezioni nelle principali piazze italiane. Non sit-in, quasi sempre lezioni vere con richiesta ai passanti di fare silenzio.
E lo stesso vale per l'unico momento di tensione dell'intera giornata in Italia: chi avrebbe mai pensato che una protesta giovanile potesse farsi sfuggire il "red carpet" della Festa del Cinema? In questo - a differenza di quasi tutte le sensazioni che trasmette questo movimento - siamo si fronte a una storia che si ripete. Eppure, anche in questo caso, non proprio uguale: le immagini che giungono da Roma sono di una selva di ragazzi seduti davanti all'Auditorium, molta polizia, pubblico che entra - con un po' di difficoltà, ma entra - e dopo un'ora tutti a casa.
"Pericolosi provocatori", come li vede il premier da Tokyo? Per favore... Piuttosto è chiaro che questa è una generazione che chiede un confronto sul suo futuro, e appare pronta ad averla con chi è disponibile: forse non basta convocare i rappresentanti delle organizzazioni al Ministero per dirgli che la legge non si cambia.