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Repubblica it-"Si tende a nascondere il disagio e le situazioni peggiorano

Vittorio Lodolo, ematologo, ha affrontato per motivi di lavoro lo stress tra gli insegnanti e poi lo ha approfondito: "Si può arrivare alla pazzia" "Si tende a nascondere il disagio e le situazion...

08/11/2005
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la Repubblica

Vittorio Lodolo, ematologo, ha affrontato per motivi di lavoro lo stress tra gli insegnanti e poi lo ha approfondito: "Si può arrivare alla pazzia"

"Si tende a nascondere il disagio e le situazioni peggiorano"

di ANNA GRITTANI

Il libro "Scuola di follia" a cura di Vittorio Lodolo D'Oria Dottor Lodolo perché l'insegnante si ammala? "Perché il suo lavoro è considerato zero. Sentirsi stressati per un lavoro che non vale nulla è motivo di vergogna. Quindi il docente tende a nascondere il disagio e a non parlarne con nessuno, neanche con i colleghi. Piuttosto beve, fuma, si impasticca".
Vittorio Lodolo D'Oria è un medico ematologo, rappresentante delle Casse Pensioni Inpdap nel Collegio medico della Asl di Milano per il riconoscimento dell'inabilità al lavoro. È suo lo studio comparso sulla rivista scientifica "Medicina del Lavoro" che prova per la prima volta la connessione tra il mestiere di insegnante e il rischio di sviluppare una malattia psichiatrica. Lodolo si è così appassionato al tema che ha pubblicato ad aprile con Armando Editore il libro "Scuola di follia".

Insegnare è considerato uno dei lavori più stimolanti.
"È vero, ma sono aumentate le difficoltà. Oggi il docente ha stranieri e disabili in classe e poi si è rotto l'asse tra genitori e insegnanti".

Perché, secondo lei?
"Siamo in una società di figli unici, il che stimola il narcisismo genitoriale. Così il genitore diventa il sindacalista del figlio e finisce per contestare l'autorità e l'autorevolezza dell'insegnante".

Il suo studio mostra un aumento di cause psichiatriche di inabilità al lavoro, dal '92 ad oggi, del 24 per cento dei casi. Come lo spiega?
"Prima c'erano le baby pensioni. Chi stava male, aveva questa valvola di sfogo. Per le donne bastavano 15 anni, sei mesi e un giorno e per gli uomini venti e mezzo. Oggi il docente stressato, piomba nel 'burnout', il logoramento psico-fisico, che a sua volta può evolvere. Da atteggiamento apatico e frustrazione si passa alla perdita del controllo degli impulsi, che sfociano nell'aggressività o nella fuga da scuola. Se può, l'insegnante va in pensione, altrimenti si assenta di continuo".

Può anche impazzire.
"Purtroppo sì".

Lei tiene corsi seguiti da mezza Italia per insegnare ai capi d'istituto come gestire il caso del docente matto. Perché?
"Il dirigente scolastico di fronte ad un insegnante affetto da psicosi schizofrenica, non avendo strumenti, fa la cosa più semplice: cerca di trasferirlo. Il che peggiora la situazione".

Cosa dovrebbe fare? "Mandarlo in collegio medico con una relazione ben scritta e fare prevenzione chiedendo aiuto e parlando dell'argomento".

È un tema che molti ignorano.
"Questo è il guaio. Un insegnante lavora a scuola con ragazzi e bambini. Gli effetti della pazzia possono essere devastanti".


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