Repubblica it: Scuola verso lo sciopero generale Anche Cisl e Uil adesso dicono sì
Ma Bonanni attacca la Cgil sui contratti
Alla fine, si sono arresi all’evidenza. E dopo che la protesta contro il maestro unico e i tagli del ministro Mariastella Gelmini si è diffusa spontaneamente, a macchia d'olio, anche Cisl e Uil hanno detto di essere pronte allo sciopero generale della scuola. La mobilitazione era stata lanciata dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani una settimana fa - e si terrà probabilmente entro la fine di ottobre - ma finora gli altri due sindacati confederali non avevano raccolto l’invito.
Da Milano, dalla festa del Pdl, il ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini comincia a preoccuparsi. E pur ripetendo i suoi slogan contro «una scuola ridotta a stipendificio» e a difendere la sua politica di tagli, spera che la Cisl ci ripensi, non scioperi, la appoggi o almeno non vada in piazza. Rifletta. «Mi auguro - dice - che la Cisl possa ragionare all'interno del piano e senza mobilitazioni».
Il primo a dire sì allo sciopero generale evocato da Epifani, sabato, è stato appunto quello Raffaele Bonanni, leader della Cisl. Al governo Bonanni manda a dire che «se lo vogliono evitare – lo sciopero,
ndr – si facciano sentire col nuovo programma della scuola che non è un'azienda con un amministratore delegato, ma è di tutti». Ma la sua non è l'unica adesione. Anche il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, si sbilancia. Per il sindacato guidato da Angeletti, «parte un percorso di mobilitazione nazionale con obiettivi chiari e concreti, mobilitazione che - avverte Di Menna - si concluderà, in assenza di risposte, con lo sciopero generale della scuola, per la cui proclamazione sono state già attivate le procedure di conciliazione previste dalla legge».
Si è riformata la "triplice"? Forse sulla scuola sì. Ma ritrovare l’unità sindacale davvero sembra ancora un percorso ad ostacoli. Bonanni, infatti, subito dopo aver aderito all’ipotesi di sciopero, è tornato ad attaccare la Cgil per il suo no all'intesa con Confindustria sulla riforma della contrattazione. Per il segretario della Cisl, disponibile invece ad accettare le proposte confindustriali, la Cgil dovrebbe smettere « di essere egocentrica e narcisistica. Non può pensare di essere il centro del mondo».
Bonanni afferma che «non esiste solo quel sindacato che dice soltanto no e che invita solo alla mobilitazione politica». Quanto ai dati diffusi dalla Cgil sulle proiezioni dell'eventuale accordo, per Bonanni «hanno dato molti dati sballati, volutamente sballati. (vedi: Con la formula di Confindustria i salari perdono 1900 euro di
Felicia Masocco). Per Bonanni queste valutazioni della Cgil non sono altro che «tante bugie per demonizzare un accordo che invece dobbiamo fare». Altri dati però non ne dà.
«Sono dieci anni che la stessa organizzazione rompe ogni tentativo di rinnovamento del sistema contrattuale», protesta il leader della Cisl che in effetti si è sempre dichiarata piuttosto disponibile ad accettare pesanti modifiche sulla contrattazione, fino alla sostanziale abolizione del contratto nazionale di categoria, privilegiando le vertenze di secondo livello, ove possibili: s'intende.
Ora l'obiettivo per la Cisl è «il taglio delle tasse sul salario, se la Cgil la butta in politica non lo otterremo e a questo noi non ci stiamo», dice Bonanni. Facendo professione di «buona volontà» e «responsabilità».