Repubblica it: Scuola, l'esodo dei professori in trentamila verso la pensione
La "fuga" riguarda soprattutto i maestri, ma il numero delle richieste è il più alto degli ultimi anni
. Via libera alle 150mila nuove assunzioni previste dal governo
di SALVO INTRAVAIA
Continua la fuga degli insegnanti dalla scuola. E la possibilità di 150 mila assunzioni in tre anni prende corpo. Secondo i primi numeri provenienti dagli uffici scolastici provinciali (gli ex provveditorati agli studi), che stanno completando le operazioni di caricamento dei dati, hanno appena presentato domanda per andare in pensione (il termine scadeva lo scorso 10 gennaio) circa 32 mila docenti: un numero mai registrato negli ultimi 10 anni. Per avere un'idea dell'esodo che sta interessando da alcuni anni il mondo della scuola italiana basta confrontare quest'ultimo dato con quello del 2001.
Appena cinque anni fa, decisero di abbandonare la cattedra in 15 mila mentre già l'anno scorso si era a quota 29 mila. Un boom di pensionamenti (più dieci per cento rispetto a dodici mesi fa) era in effetti atteso anche in vista del piano di immissioni in ruolo promesse dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. Se non si liberano abbastanza posti no sarà possibile eliminare il precariato nella scuola.
Le cause dell'esodo. Sono almeno tre le cause che portano nel nostro Paese sempre più maestri e professori a chiudere con l'insegnamento. In primo luogo, è l'età media degli insegnanti a portare una valanga di pensionamenti. Secondo gli ultimi dati resi noti da viale Trastevere l'età media dei docenti italiana è di 50 anni. Con metà del corpo docente over 50 e 5 insegnanti su 100 addirittura over 60. Nel 1997/1998 le cose erano diverse con 'appena' il 27 per cento di insegnanti ultracinquantenni.
Una seconda motivazione è da ricercare nella riforma delle pensioni messa su dal precedente governo. Quella appena scaduta era l'ultima possibilità, a meno che non intervengano interventi legislativi da parte del governo Prodi, di andare in pensione a 57 anni con 35 anni di servizio. Dal primo gennaio 2008 l'età pensionabile si innalzerà bruscamente a 60 anni. Si tratta dell'ormai famoso 'scalone' croce e delizia del governo: una parte vorrebbe abolirlo ritornando a 57 anni, la restante parte lo vorrebbe 'addolcire' per consentire una libera scelta.
La terza causa, non secondaria, è da ricercarsi nella sempre maggiore fatica che fanno gli insegnanti a stare in cattedra. Gli alunni, si sa, non sono più quelli di vent'anni fa e come è stato confermato da diversi studi in materia il bournout degli insegnanti è in rapida crescita. E chi può passa volentieri la mano.
Il piano di assunzioni. La notizia di 32 mila pensionamenti sarà accolta certamente con soddisfazione a Palazzo della Minerva e non solo. Con un livello di uscite dal servizio che supera le 30 mila unità, in tre anni si possono liberare anche 100 mila posti che sommati ai 36 mila posti attualmente vacanti possono dare l'opportunità a 150 mila supplenti di coronare il sogno della cattedra. Resta il dubbio sulle 14 mila cattedre che salteranno già da quest'anno per effetto dell'elevamento del rapporto alunni-classe di 0,4. Taglio che potrebbe essere compensato da una quota di assunzioni aggiuntiva per i docenti di sostegno.
I numeri. A lasciare in massa le aule scolastiche saranno soprattutto maestre e maestri. Mentre il numero dei pensionamenti tra i prof della scuola media e superiore conferma quello dello scorso anno, gli abbandoni cresceranno del 14 per cento nella scuola dell'infanzia (l'ex materna) e addirittura del 18 per cento nella scuola primaria. In cima alla lista è la Lombardia che il prossimo primo settembre saluterà 3.700 insegnanti.