Repubblica it: Saranno classi con più alunni e meno prof
E' ancora polemica sui tagli nella scuola Il risultato potrebbe portare a 30 e oltre studenti per aula
Ancora problemi di organici rispetto ai budget prefissati
di SALVO INTRAVAIA
ROMA - Il prossimo anno vedrà più alunni e meno docenti. La polemica sui tagli al personale della scuola non accenna a placarsi. Dopo il telegramma inviato dal titolare dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, al collega della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, sulla cosiddetta 'clausola di salvaguardia' contenuta nella Finanziaria 2007 e la pronta la smentita di quest'ultimo su eventuali tagli aggiuntivi al personale della scuola, l'allarme organici resta.
I sindacati, snocciolando decine di numeri e mettono perfino in dubbio l'avvio dell'anno scolastico. Per il prossimo mese di settembre vedono tutto nero mentre dal ministero di viale Trastevere arrivano segnali di distensione. Due cose sembrano ormai certe. Primo: il prossimo anno scolastico vedrà più alunni ma meno insegnanti. Secondo: il comparto scuola ha già sforato di 626 milioni di euro il budget assegnato per il 2007. Così sulla scuola pubblica incombe la 'clausola' che senza troppi preamboli dice: se non risparmi quanto dovevi ti assegniamo meno risorse.
Bastano due esempi per rendere il clima rovente di questi giorni. "L'obiettivo richiesto - dichiarano i sindacati in Lombardia - è quello di abbattere di ulteriori 444 posti gli organici del personale docente, di cui ben 242 per il sostegno agli alunni disabili, con 12 mila alunni in più rispetto allo scorso anno scolastico e una scuola resa sempre più complessa dall'affluenza di immigrati e dalle necessità di fornire alle famiglie un servizio di qualità". Proteste che si ripetono a Roma e in Campania dove Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda denunciano che a Napoli l'amministrazione fornisce dati dai quali si evince la sussistenza di classi con 30 e più alunni, anche in presenza di ragazzi disabili, e la concentrazione delle classi più numerose in zone altamente a rischio.
"La Cisl scuola - dichiara Francesco Scrima - non è mai stata contraria ad interventi di razionalizzazione che abbiano l'obiettivo di qualificare e migliorare il servizio scolastico, ma non può condividere una politica miope di tagli imposti dal ministero dell'Economia che hanno messo duramente in crisi numerose realtà". A lamentarsi sono infatti molte regioni: dalla Lombardia alla Campania. "In questi giorni - continua Scrima - le regioni denunciano tagli ai posti di sostegno, alunni stipati in aule non a norma, sdoppiamenti di classi sovraffollate negati pur in presenza di alunni disabili e preannunciano iniziative di mobilitazione per l'inizio dell'anno scolastico".
"Quella di un taglio aggiuntivo di ulteriori 1.800 posti soprattutto a scapito degli insegnanti di sostegno è una notizia del tutto infondata", replica Mariangela Bastico, viceministro della Pubblica istruzione, che è costretta ad ammettere: "In questi giorni stiamo provvedendo ad un calcolo degli organici in ottemperanza a quanto stabilito dalla legge finanziaria". Provvedimento che, a partire proprio dall'anno scolastico ormai alle porte, lo scorso mese di dicembre sentenziò il taglio di 50 mila posti (tra docenti e Ata) in tre anni attraverso 5 mosse.
La prima contemplava un maggior numero di alunni per classe. I primi conteggi confermerebbero che, a fronte di un incremento di alunni rispetto all'anno appena concluso, negli organici del personale docente fra poco più di un mese si conteranno 9.600 posti in meno. "Un provvedimento che garantisce comunque la richiesta di scuola dell'infanzia e di tempo pieno alla primaria (l'ex elementare, ndr) - continua Bastico - e stabilisce che, in deroga ai contingenti regionali, si potrà avere al massimo un docente di sostegno ogni due disabili". Sembra certo che, soprattutto al superiore, 'le classi saranno più affollate e gli insegnanti saranno di meno', spiega Massimo Di Menna, leader della Uil scuola che critica duramente 'la razionalizzazione' di Padoa Schioppa sulla scuola.
"E' stato messo in piedi un modo di razionalizzare sulla scuola assurdo", sentenzia Di Menna che continua: "Senza individuare gli eventuali sprechi si è stabilito prima un taglio di 50 mila posti e il modo di realizzarlo. In questa maniera gli sprechi restano e le scuole vanno in crisi". E se gli organici del personale sono ancora in fase di costituzione, su un punto la legge di bilancio per l'anno in corso ha clamorosamente fallito.
Una delle mosse per fare sparire 50 mila posti prevedeva il calo dei bocciati al biennio delle superiori. Un numero che, si legge nella relazione tecnica che accompagnava la Finanziaria, da 185 mila si sarebbe dovuto assottigliare del 10 per cento. Ma quest'anno le cose sono andate diversamente. Secondo i dati diffusi dallo stesso Fioroni appena qualche giorno fa i bocciati sono aumentati in tutte e due le prime classi della scuola secondaria di secondo grado (più 4,4 per cento) che al momento fa saltare la previsione di 3.600 posti in meno e si imbatte sulle casse dello stato.