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Repubblica.it-Riforma atenei, lo strappo del Polo. Incostituzionale ma si va avan

Riforma atenei, lo strappo del Polo. Incostituzionale ma si va avanti ROMA - La commissione parlamentare Affari costituzionali ha rinviato l'articolo 1 della legge sullo stato giuridico dei docenti...

20/10/2005
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la Repubblica

Riforma atenei, lo strappo del Polo. Incostituzionale ma si va avanti

ROMA - La commissione parlamentare Affari costituzionali ha rinviato l'articolo 1 della legge sullo stato giuridico dei docenti universitari. L'annuncio è stato dato dai parlamentari dei Ds Giovanna Grignaffini e Walter Tocci. "La legge sullo stato giuridico dei docenti universitari è sbagliata, è contro le più elementari regole costituzionali e doveva essere ritirata. Moratti - continuano i due esponenti politici - ha ignorato i nostri appelli a fermarsi, quelli dei rettori, dei professori e dei ricercatori".
Questo in mattinata. Poi, a sorpresa, lo strappo nel pomeriggio. La commissione cultura della Camera, cui il decreto era stato rinviato, si è riunita d'urgenza e ha votato un ordine del giorno del presidente Ferdinando Adornato con il quale è stato nominato il relatore della legge in aula e, insieme, deciso che la legge verrà portata alla discussione e alla votazione della Camera anche in presenza dei dubbi di costituzionalità. Durissimo lo scontro con il centrosinistra che ha annunciato di voler presedntare, lundì, una eccezione di costituzionalità.
Sono stati dunque disattesi platealmente gli inviti, ripetuti in giornata, del mondo universitario e dei sindacati di cogliere l'occasione per ridiscutere parti della riforma.
"Con la decisione della Commissione parlamentare - commentava Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil-il Ministro Moratti ora non potrà più sottrarsi. L'iter, pertanto, dovrà prevedere un ulteriore passaggio al Senato".
E il presidente della Conferenza dei rettori rivolge un appello: "Il Parlamento colga subito questa occasione - afferma - per rivedere il decreto e riavviare il dialogo con l'Università, così come richiesto ieri dagli Atenei italiani in tutte le loro componenti, docenti, personale tecnico amministrativo, studenti, che hanno approvato la mozione della Crui con cui si chiedeva di ascoltare la voce dell'Università".

La decisione arriva infatti all'indomani dell'assemblea congiunta dei Senati accademici e dei Consigli di amministrazione delle 77 università italiane: da tutti gli atenei è giunta la conferma della netta bocciatura del decreto già espressa dalla Conferenza dei Rettori, insieme alla richiesta di ritiro del testo dalla Commissione e rinvio del dibattito in aula, previsto per il 25 ottobre.
Un voto commentato dal presidente della conferenza dei rettori, Piero Tosi: "Ancora una volta l'Università si mostra unita nel chiedere con forza a Governo e Parlamento di ascoltare la sua voce e di affrontare in modo nuovo e organico, a partire dalla definizione dello stato giuridico dei docenti, le esigenze fondamentali del sistema universitario per il rilancio del Paese".

Il caso Sapienza. A Roma, nell'ateneo più grande d'Italia, le cose sono andate in modo meno tranquillo. Alla Conferenza d'ateneo hanno partecipato, oltre ai docenti anche gli studenti, che a gran voce hanno urlato "dimissioni, dimissioni". Gli studenti hanno chiesto le dimissioni del rettore, assieme a quelle dei Presidi di facoltà, per protestare contro il decreto Moratti. "Le dimissioni di un singolo rettore non portano a nulla - ha replicato il rettore Guarini - ma mi impegno a riportare la vostra richiesta all'assemblea della Crui, che si svolgerà prima dell'annunciato voto a Montecitorio. Ed io quando prendo un impegno lo mantengo". Poi un invito all'unità: "Questo è il momento di essere compatti e di agire su tutti i fronti possibili per ottenere che sia questo decreto venga modificato, assieme alla legge finanziaria 2006".
Gruppi di studenti si affollano attorno al tavolo dove siedono il rettore e i rappresentanti dei docenti. L'Aula Magna non riesce più a contenere tutti. Centinaia di studenti si riuniscono sulla scalinata del Rettorato, vengono montati gli altoparlanti nel largo dove campeggia la statua della Minerva. Il dibattito si fa teso, viene spesso interrotto dagli slogan contro la Moratti. Ma anche i docenti non vengono risparmiati: "Vi abbiamo chiesto più di una volta di bloccare la didattica, ai presidi di dimettersi in segno di protesta, - urla una studentessa di Lettere - di occupare con noi le facoltà. Invece voi continuate a dire che il decreto va modificato, e sapete molto bene che delle vostre proteste alla Moratti non gliene frega niente. Vero, siamo tutti sulla stessa barca, ma a remare siamo solo noi".
Riprende la parola il rettore Guarini: "Non rientra nei miei poteri sospendere la didattica. Non mi si può chiedere di commettere atti illegali". Ma ha assicurato che parteciperà alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma il 25 ottobre se il decreto arriverà al voto in aula.

Mario Reggio


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