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Repubblica it-Ricercatori in mutande contro la Moratti

mondo dell'Università italiana torna in piazza 15000 docenti, ricercatori e dottorandi al Ministero Ricercatori in mutande contro la Moratti "Con mille euro al mese siamo ridotti così" ...

23/04/2004
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la Repubblica

mondo dell'Università italiana torna in piazza
15000 docenti, ricercatori e dottorandi al Ministero
Ricercatori in mutande contro la Moratti

"Con mille euro al mese siamo ridotti così"

All'università
di Torino
la processione
di "San Precario"
di MONICA ELLENA
ROMA - E i fisici si misero in mutande. Arrivati a pochi passi dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca i ricercatori hanno deciso di mostrare i muscoli. E davanti al cordone della polizia si sono tolti i pantaloni. "Se il ministro mi vuole in mutande, eccomi" dice Sergio Caprara, ricercatore di Fisica a La Sapienza di Roma "Mille euro, non arrivo mai alla fine del mese...".

Il fronte del no contro il provvedimento che riforma lo stato giuridico dei professori universitari è tornato compatto ed è sceso in piazza. Nella giornata di mobilitazione nazionale proclamata dai sindacati confederati - Cgil Snur, Cisl Università, Uil Pa e Uil Afam - in quindicimila sono arrivati da tutta Italia e hanno sfilato davanti al Miur. E chi non c'era ha incrociato le braccia, fermando la didattica negli atenei. "Siamo sull'80 per cento di adesione media, con picchi del 90 alla Statale di Milano - spiega soddisfatto Marco Broccati, segretario generale Cgil Snur - C'è un fronte comune forte di cui il mondo politico deve tener conto".

Un fronte che chiede il rinnovo dei contratti nazionali, lo sblocco delle assunzioni, il ritiro del testo di riforma dello stato giuridico dei docenti universitari, la fine del precariato, lo sviluppo di progetti di aiuto alla ricerca.
Antonio Marsiglia, segretario generale Cisl Università definisce il provvedimento una nuova gabbia. "Ai ricercatori (circa 20 mila in Italia) che chiedono il riconoscimento della docenza si risponde con la messa ad esaurimento del loro ruolo, aggiungendo altre forme di precariato. Senza un cambiamento di rotta, la nostra lotta continua".

Per un movimento alla ricerca di identità e unità, il modello da guardare è la Francia dove i precari hanno trovato la solidarietà dei vertici degli istituti di ricerca. Ne è nato un fronte unico che ha portato il governo a notevoli concessioni. "Qui stiamo ancora cercando di forare, anche l'opinione pubblica, anche per questo scendiamo in piazza" spiega Paola Mura, della Facoltà di Lettere di Padova. Una piazza dove non si è risparmiato sugli slogan. Da "Moratti, Tremonti, la ricerca non fa sconti" a "Per il sapere niente padroni, per la Moratti dimissioni" passando per "Ci vuole precari, ci vuole mercenari" e "Adottate un precario a distanza".

Il ritiro del provvedimento è condizione fondamentale anche per l'Associazione Nazionale Docenti Universitari. "L"abbiamo detto al ministro e l'abbiamo ripetuto alla Commissione parlamentare cultura che si occupa della riforma, così com'è non è emendabile - spiega Nunzio Miraglia, coordinatore nazionale - e i dubbi stanno diventando trasversali agli schieramenti".

Una posizione dura, lontana dall'apertura della Conferenza dei Rettori che, superato il muro contro muro, ha aperto un tavolo tecnico con il ministero per emendare alcune parti del documento. "Il provvedimento deve essere ritirato perché prodotto di un'università che non è la nostra. Ci si deve rendere conto che questa riforma infierisce su una giungla infinita di precari". L'associazione parla di crica 50 mila precari tra ricercatori, collaboratori a progetto, co. co. co, assegnisti di ricerca, consulenti.

Le voci. Franco Ventriglia è ricercatore confermato alla Federico II di Napoli e "da anni in supplenza, in attesa di diventare associato alla veneranda età di 56 anni". Viviana Ciavorella, accompagnatrice di pianoforte, porta la voce del poco ascoltato mondo dei Conservatori e delle Accademie musicali con un contratto scaduto da 28 mesi. Anna Maria La Murra, professore associato di Inglese alla Federico II ammette: "La Moratti ha ereditato un'università già malata di precariato, ma la soluzione non è certo questa riforma. Nessuno nega che ci debba essere un controllo, troppe risorse sono state sprecate nel passato, ma fondi a pochi centri di eccellenza e il resto dell'università trasformata in un secondo liceo è davvero troppo...."

Sceso fin qui da Trieste, Giacomo Florin, dottorando di Fisica, si sfoga. "Il problema è che la tanto decantata 'flessibilità' viene scaricata tutta sull'anello debole della catena che non ha rappresentabilità sindacale". Gli fa eco Edda Lucci, microbiologa. "Ancora un anno per terminare la mia ricerca in microbiologia e poi, boh... Vivo nella speranza del qualcosa troverò".

(23 aprile 2004)


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