Repubblica it: Presidi, la Cgil scrive a Napolitano "Ci attacca per coprire la disfatta": "Non si può nascondere l'evidenza"
S'inaspriscono i toni della polemica tra dirigenti scolastici e il ministro Critiche anche dall'opposizione
ROMA - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ribadisce il suo "no" ai presidi che fanno politica dopo l'iniziativa dei 250 dirigenti dell'Associazione delle scuole del Lazio (Asal). E lo fa attacando la Cgil per la "minoranza organizzata" di presidi-politici.
Pronta la replica della Flc Cgil, che ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per attirare l'attenzione "sulla drammatica situazione in cui versano le scuole pubbliche". Anche Cisl e Snal Confsal rispondono al ministro, attaccata pure dall'opposizione.
Gelmini rincara la dose "I dirigenti che vogliono fare politica si candidino e la facciano dentro le istituzioni politiche". Spiegando che la loro presenza all'interno della scuola generano inutili allarmismi che si riflettono sulle famiglie." Assicurando però "Ho il massimo rispetto per chi svolge il suo ruolo con correttezza, ma trovo scandaloso utilizzare la scuola per fare politica."
"Ci sono molti problemi di natura economica - ha ammesso Gelmini - ma occorre senso di responsabilità da parte di tutti. Non si può investire in progetti quando poi mancano i soldi per comprare cartucce e stampanti. E' troppo comodo scaricare tutte le responsabilità sul ministero. La mia denuncia di ieri non era certamente riferita a tutti i presidi ma a una piccola parte, circa 60 su oltre 900 in tutto il Lazio, fortemente legata alla Cgil che usa la scuola per fare politica."
Parole che hanno sollevato critiche pesanti da parte della Flc Cgil: "Gelmini la smetta di attaccaci e cominci a risolvere i problemi della scuola italiana che per sua responsabilità è nella incertezza più totale. Le uniche cose certe sono i tagli che distruggono la scuola pubblica. Per la verità la maggioranza dei dirigenti scolastici del Lazio che hanno protestato, non sono iscritti alla Flc ma noi siamo onorati di avere condotto una giusta battaglia insieme a loro". Per la Cisl Scuola, "secondo Gelmini le difficoltà di bilancio delle scuole dipenderebbero dalla cattiva gestione di dirigenti che sprecano risorse in progetti inutili. Ci auguriamo che non lo pensi davvero, perchè se così fosse dovremmo concludere che non conosce una realtà ben nota al ministero".
Sul versante politico, l'opposizione attacca il ministro Gelmini: "Non sempre si può negare l'evidenza - ha detto Giuseppe Fioroni (Pd) e stavolta davvero non si può: invece di prendersela sempre con qualcuno, il governo spieghi alle scuole come uscire dall'asfissia nella quale si trovano a causa non dei presidi politicizzati ma dello stato confusionale di un esecutivo che non riesce non solo a dare indicazioni, ma neanche a trasferire risorse nei tempi e nei modi dovuti. E allora il problema non sono i presidi politicizzati: il problema è che la politica, intesa come perseguimento del bene comune, non la fa prima di tutto il governo quando riduce le scuole al collasso".
Critiche anche da Manuela Ghizzoni (Pd) e da Fabio Giambrone (Idv): "Rispondere ai presidi che lanciano un grido d'allarme di andar via se non sanno amministrare e di non fare politica a scuola è un esercizio di cattivo gusto che avrebbe potuto risparmiarci".